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  • Martedì 29 novembre 2022

Il lungo silenzio del portavoce del ministero degli Esteri cinese dopo una domanda sulle proteste contro le restrizioni

Zhao Lijian (YouTube)
Zhao Lijian (YouTube)

A inizio novembre le autorità cinesi avevano detto che avrebbero allentato le restrizioni imposte contro il coronavirus, sia per limitare i disagi per le persone sia per ridurre il grave impatto sull’economia causato dalla pandemia. Nelle ultime settimane, però, i contagi hanno ripreso a salire e il governo ha cambiato idea: ha cominciato a mettere in lockdown interi quartieri o città, ha imposto nuove restrizioni e obbligato milioni di persone a rimanere chiuse in casa per giorni. Le misure, assai rigide, hanno provocato violente e inusuali proteste, molto rare in un paese che reprime sistematicamente il dissenso sul nascere.

Oggi, durante una conferenza stampa, un giornalista di Reuters ha chiesto al portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian se, di fronte «alla rabbia e alla frustrazione» delle persone, il governo stesse pensando di riconsiderare la propria strategia “zero COVID”.

Zhao Lijian si è preso una lunga pausa. E dopo circa mezzo minuto ha chiesto che la domanda gli fosse ripetuta. Il giornalista l’ha fatto e il portavoce, dopo una seconda lunga pausa, ha risposto in modo vago e con molta calma che quanto gli era stato chiesto non rifletteva «ciò che è realmente accaduto».

Tag: cina