La storia della scritta sull’“Urlo” di Munch, fatta da Munch

La storia della scritta sull'“Urlo” di Munch, fatta da Munch

Se si guarda la prima versione del celebre “Urlo” (Skrik), dipinta nel 1893 dal pittore norvegese Edvard Munch, strizzando un po’ gli occhi nell’angolo in alto a sinistra si può vedere una piccola scritta a matita che dice: «Poteva essere stato dipinto soltanto da un pazzo». Da tempo storici dell’arte ed esperti si chiedevano se l’iscrizione sul quadro, conservato al Museo nazionale norvegese, fosse dovuta a un atto di vandalismo: grazie all’esame di alcune fotografie a raggi infrarossi, che ha permesso di migliorare la leggibilità della scritta e di confrontarla con i diari e la grafia del pittore, i ricercatori sono riusciti a determinare che era stato lo stesso Munch a farla.

Tra il 1893 e il 1910 Munch dipinse quattro versioni della sua opera più famosa, che diventò un simbolo di ansia e angoscia ampiamente citato e ripreso. L’esame è stato svolto sul primo dipinto, che Munch aveva scritto nel suo diario essere stato ispirato da «un’ondata di malinconia». Secondo la curatrice del Museo, Mai Britt Guleng, Munch avrebbe scritto la frase sul quadro attorno al 1895, dopo che il dipinto aveva raccolto alcune critiche molto negative, tra cui quella di Johan Scharffenberg, uno studente di medicina che aveva messo in discussione la salute mentale del pittore.

Sia il padre che la sorella di Munch soffrivano di depressione, e nel 1908 lo stesso Munch fu ricoverato per un esaurimento nervoso. Tra le altre cose, nei suoi diari Munch aveva scritto: «Da che io mi ricordi soffro di un profondo stato di ansia che ho cercato di esprimere nella mia arte».

Il video del salto da record del mondo di Larissa Iapichino, figlia di Fiona May

Il video del salto da record del mondo di Larissa Iapichino, figlia di Fiona May

Sabato 20 febbraio, durante i i Campionati italiani assoluti indoor di atletica leggera, Larissa Iapichino ha stabilito il nuovo record del mondo under 20 di salto in lungo. Iapichino, che ha 18 anni, ha saltato 6,91 metri, eguagliando il record italiano indoor, detenuto da sua madre, la lunghista britannica naturalizzata italiana Fiona May, e stabilendo il nuovo record per un’atleta con meno di 20 anni. Iapichino ha già vinto in carriera la medaglia d’oro nel salto in lungo agli Europei under 20 del 2019, a Borås, in Svezia.

 

I 25 anni della “Terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese

I 25 anni della "Terra dei cachi" di Elio e le Storie Tese

Il 20 febbraio del 1996, 25 anni fa, Elio e le Storie Tese si esibirono per la prima volta al Festival di Sanremo cantando La terra dei cachi, brano che negli anni è diventato uno dei più noti del gruppo. Il brano fu primo nelle classifiche parziali del Festival di quell’anno fino all’ultima serata, quando furono superati da Ron e Tosca, con il brano Vorrei incontrarti fra cent’anni. Vinse però il premio della Critica.

Alcuni mesi dopo il Corriere della Sera scrisse che i voti della serata finale sarebbero stati “truccati” e che La terra dei cachi fosse il vero brano vincitore del Festival. Fu aperta un’inchiesta per appurare se ci fossero stati brogli nel conteggio dei voti, ed Elio (il cui nome vero è Stefano Belisari) e altri cantanti vennero convocati in pretura come persone informate dei fatti. L’inchiesta non portò a nulla, ma nel corso degli anni se ne è continuato a parlare molto, e gli stessi Elio e le Storie Tese dicono spesso scherzando di essere i veri vincitori di quell’edizione del Festival. Nel 2016 Elio ha raccontato così quello che accadde: «All’inizio sembrava che fossimo stati vittima di un errore nella conta dei voti, anzi, di una truffa. Ma, poi, Giorgia mi disse che anche a lei avevano detto che era arrivata prima. Insomma, non si è mai capito come andò veramente».

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