Neanche cinque passi con la palla in mano sono bastati ad annullare un canestro di Antetokounmpo in NBA

Stanotte si è giocata la partita di NBA (il campionato di basket nordamericano) tra New York Knicks e Milwaukee Bucks. Hanno vinto i Bucks 121-111, grazie soprattutto ai 37 punti del loro miglior giocatore, il greco Giannis Antetokounmpo. Dei tanti canestri che ha segnato, uno ha fatto molto discutere, perché prima di tirare ha fatto cinque passi senza palleggiare, cioè tenendo in mano la palla. Nel basket non ci si può muovere in campo senza palleggiare: è consentito solo quando ci si prepara a tirare a canestro, con un limite formale di due passi (tre, in verità). Non annullare il canestro di Antetokounmpo è stato un errore grossolano anche per l’NBA, che è spesso molto – per qualcuno troppo – permissiva sui passi.
Nel basket uno dei pochi casi in cui si possono fare dei passi è il terzo tempo, il movimento che fanno i giocatori quando vanno a tirare in corsa a canestro, schiacciando, appoggiando la palla al tabellone, o tirando anche da un po’ più distante, come ha fatto Antetokounmpo. In questo caso si possono fare due passi dopo l’ultimo palleggio. I passi realmente consentiti, però, sono tre, perché il piede che si ha a terra nel momento di raccolta del pallone in mano è considerato una sorta di “passo zero”.
Può capitare che, per via della velocità del gioco, non sia facile per gli arbitri dire se un giocatore abbia davvero commesso un’infrazione di passi. Ma c’è da dire che le infrazioni di passi, anche quelle che vanno contro il regolamento più permissivo della NBA, non vengono sempre sanzionate. Ai giocatori capita molto spesso di fare più passi senza palleggiare di quelli consentiti, e gli arbitri nella maggior parte dei casi non fischiano. È un modo per rendere l’NBA più spettacolare, cosa che la lega cerca di essere da tempo. Per capirci, un mese fa Adam Silver, il commissioner della NBA (una sorta di presidente), ha definito il basket della NBA uno «sport basato sugli highlights». È anche uno dei motivi per i quali diversi “puristi” del gioco preferiscono il basket europeo, in particolare quello giocato in Eurolega.


