La corona “disegnata” in cielo dall’ultimo esemplare di Boeing 747 

La corona “disegnata” in cielo dall'ultimo esemplare di Boeing 747 

Martedì la compagnia aerea statunitense Atlas Air ha ricevuto in consegna l’ultimo modello di aereo 747 dell’azienda aeronautica statunitense Boeing, che non ne produrrà più. Il Boeing 747 è considerato il modello che ha reso possibile il trasporto aereo di massa, e Atlas Air, che si occupa del trasporto merci, ha voluto celebrarlo in maniera particolare: durante il primo volo dell’aereo, partito mercoledì da Everett, nello stato di Washington, e diretto a Cincinnati, in Ohio, i piloti hanno compiuto una serie di manovre per “disegnare” in volo il numero 747, sovrastato da una specie di corona. Il motivo della corona è che il 747 è stato a lungo l’aereo più popolare al mondo anche tra i non esperti di aviazione, tanto da essere soprannominato in inglese “queen of the skies”, ovvero “regina dei cieli”.

Immagine tratta dal sito FlightAware

Il primo Boeing 747 fu costruito e presentato nel 1968, e da allora diventò uno dei modelli più importanti della storia dell’aviazione: fu soprattutto perché di fatto introdusse la possibilità di viaggiare per lunghe tratte a prezzi sostenibili per le masse, grazie a un insieme di efficienza nel volo e capienza di passeggeri fino ad allora mai visto. In più di cinque decenni, Boeing costruì 1.574 modelli 747: dentro avevano due corridoi e tre file di posti, in cui si potevano sedere dalle 7 alle 10 persone. In generale portavano tra i 350 e i 400 passeggeri: il modello più capiente però superava i 500.

Da qualche tempo il Boeing 747 era diventato più costoso da costruire rispetto a modelli più moderni, e la grandissima parte di quelli venduti negli ultimi anni è stata usata per il trasporto merci, come appunto l’ultimo prodotto per la Atlas Air. Martedì migliaia di dipendenti di Boeing si erano radunati nello storico stabilimento dell’azienda, proprio a Everett, per salutare l’ultimo esemplare prodotto, prima della consegna ad Atlas Air.

– Leggi anche: La fine del Boeing 747

Gli stormi di storni a Roma

Gli stormi di storni a Roma

Come ogni anno, nei mesi tra ottobre e febbraio a Roma si possono vedere quasi ogni giorno, per circa mezz’ora, dei grossi gruppi di piccoli uccelli che volano in cielo tutti insieme: sono gli storni, degli uccelli migratori di cui al mondo esistono circa 200 milioni di esemplari, e le complesse e bellissime coreografie che disegnano nel cielo si chiamano “mormorii”. Benché a Roma sia uno spettacolo stagionale, la danza che gli storni compiono forse per decidere insieme dove riposare per la notte, forse per tenere alla larga i predatori, è sempre molto amata e fotografata.

– Leggi anche: Perché gli storni amano le città

Il Washington Post ha dedicato un lungo articolo al fenomeno, avvalendosi di molti video per illustrare il fenomeno, ma anche di varie grafiche interattive per mostrare in quali zone della città è più probabile riuscire ad osservare le coreografie degli storni a seconda del momento della giornata.

I giornalisti che hanno scritto l’articolo, Chico Harlan e Stefano Pitrelli, hanno però dedicato molto spazio anche a un problema che gli storni, per quanto belli e utili all’ecosistema locale, portano con sé. A partire dalla grande quantità di guano prodotto da questi uccelli, che costringe l’amministrazione locale a dedicare risorse ogni anno per cercare di spingere gli uccelli a riposare in zone della città dove creano meno danni possibili, come i grandi parchi che Roma ha in abbondanza.

Il primo ministro belga si è scusato con quello olandese perché la bandiera dei Paesi Bassi era appesa al contrario durante un loro incontro a Bruxelles

Il primo ministro belga si è scusato con quello olandese perché la bandiera dei Paesi Bassi era appesa al contrario durante un loro incontro a Bruxelles

Il primo ministro belga Alexander De Croo si è scusato con il primo ministro olandese Mark Rutte perché durante un loro incontro ufficiale, avvenuto martedì a Bruxelles, in Belgio, la bandiera dei Paesi Bassi era appesa al contrario, con la striscia blu in alto. De Croo ha diffuso sui propri profili sui social network un video in cui ringrazia Rutte per essere andato a Bruxelles e poi aggiunge di dover menzionare una «questione molto importante»: nel video si avvicina a una bandiera dei Paesi Bassi appesa nel modo corretto e dice «è così che deve essere la bandiera olandese».

In un precedente post di De Croo c’era una fotografia del primo ministro belga insieme a Rutte, con la bandiera olandese messa male, e molte persone avevano notato e commentato l’errore.

Rutte ha risposto al video di scuse di De Croo ringraziandolo sia per l’incontro che per aver raddrizzato la bandiera.

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