Cosa succede a dire «Black Lives Matter» nella città “più razzista” degli Stati Uniti
Harrison, in Arkansas, è stata più volte soprannominata “città più razzista degli Stati Uniti” dai giornali. All’inizio del Novecento ci furono due episodi di violenza contro gli afroamericani, che portarono quasi tutta la comunità nera ad andarsene, e negli ultimi decenni si è spesso parlato di Harrison in relazione ai movimenti suprematisti bianchi: la città ospita la sede dei Knights of the Ku Klux Klan, una delle attuali sezioni del Klu Klux Klan. Oggi il 95 per cento della popolazione è bianco, meno dell’1 per cento nero. Lungo le strade si vedono cartelloni pubblicitari di una stazione radiofonica chiamata White Pride, cioè “Orgoglio Bianco”.
Rob Bliss, un pubblicitario bianco, si è messo proprio sotto uno di questi cartelloni mostrando agli automobilisti un cartello con la scritta «Black Lives Matter», “Le vite dei neri sono importanti”, slogan delle proteste contro il razzismo e le violenze della polizia americana contro gli afroamericani. La quasi totalità delle reazioni al suo gesto sembrano confermare la reputazione di Harrison.