Cosa si inventano i ragni per sfuggire alle inondazioni in Australia

Cosa si inventano i ragni per sfuggire alle inondazioni in Australia

In questi giorni nella regione del Gippsland, nello stato di Victoria, nel sud-est dell’Australia, si può vedere un fenomeno naturale piuttosto curioso che si è verificato dopo un periodo di piogge abbondanti: distese di ragnatele che ricoprono erba e vegetazione attorno agli stagni delle zone paludose. Sembrano formare veli di tessuto sottile, mossi dal vento. Alcuni residenti delle città di Sale e Longford hanno raccontato a BBC di aver osservato questo fenomeno già altre volte, ma che non avevano mai visto ragnatele così grandi: uno di questi veli si estende per più di un chilometro lungo una strada della zona, e una residente aveva persino scambiato le ragnatele per reti da pesca.

Gli esperti dicono che questi veli di ragnatele sono frutto di una tecnica di sopravvivenza e vengono creati con uno scopo ben preciso: in caso di pericolo di inondazioni, infatti, milioni di ragni si coordinano per creare una sorta di pallone che si gonfia al vento e permette loro di raggiungere i rami degli alberi o superfici più alte per sfuggire all’acqua.

L’illustrazione cinese che rappresenta i leader del G7 all’Ultima cena

L'illustrazione cinese che rappresenta i leader del G7 all'Ultima cena

Un’immagine che reinterpreta Il Cenacolo di Leonardo da Vinci con i leader del G7 e pubblicata sul social network Sina Weibo – l’equivalente cinese di Twitter, più o meno – è diventata virale in Cina, e sta attirando le attenzioni dei media e degli osservatori occidentali per come propone alcuni elementi della propaganda del Partito Comunista, in una evidente risposta all’inasprimento delle posizioni delle potenze occidentali nei confronti della Cina espresse al G7 e poi al vertice della Nato.

L’illustrazione, realizzata dall’utente Bantonglaoatang, sostituisce Gesù e gli apostoli con nove animali antropomorfi che stanno a rappresentare i paesi del G7 (Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia, Canada e Italia), oltre ad Australia e India. L’illustrazione è piena di simbologie che vogliono essere una critica a come i paesi occidentali si stanno rapportando negli ultimi mesi con la Cina. Gli Stati Uniti sono rappresentati al centro, al posto di Gesù, come un’aquila che trasforma carta igienica in dollari, a sottolineare la potenza economica del paese. L’Italia è il lupo alla destra dell’aquila, con le mani protese in avanti come l’apostolo Andrea nel Cenacolo. L’Italia è stato il primo paese europeo a firmare un accordo sulla cosiddetta “Belt and Road Initiative” (BRI), il grande e discusso programma della Cina per costruire infrastrutture in più di 80 paesi del mondo, e il gesto significherebbe un rifiuto di allontanarsi dalla Cina, come invece è stato richiesto dagli Stati Uniti.

Da sinistra a destra ci sono: la Germania, rappresentata come un falco nella stesa posa della cancelliera Angela Merkel in una famosa foto del G7 del 2018; l’Australia rappresentata come un canguro che prende soldi dagli Stati Uniti ma che al tempo stesso ha un altro gruzzolo in mano, a simboleggiare gli interessi del paese nella Cina; il Giappone, un cane Akita che versa del veleno agli altri commensali (un riferimento alla decisione del governo giapponese di disperdere nell’oceano Pacifico l’acqua contaminata immagazzinata nella centrale nucleare di Fukushima); il Regno Unito e il Canada, rappresentati come un leone e un castoro al servizio degli Stati Uniti; la Francia rappresentata come un gallo che, come anche il falco/Germania, bada più ai propri interessi che ad altro; e l’India, un elefante attaccato a una flebo. Davanti al tavolo c’è anche una rana che cerca di prendere le banconote, che dovrebbe rappresentare Taiwan, lo stato che la Cina rivendica come suo e che accusa di essere al servizio degli Stati Uniti.

Messi ci ha ricordato che è iniziata anche la Copa America

Messi ci ha ricordato che è iniziata anche la Copa America

Mentre in Europa si giocano gli Europei, in Sud America è iniziata la Copa America del calcio, fra tante difficoltà che forse ne hanno ridotto la risonanza internazionale. Doveva essere ospitata dalla Colombia e dall’Argentina, ma prima una e dopo l’altra hanno rinunciato per questioni organizzative legate alla pandemia. A pochi giorni dall’inizio è stata infine spostata in Brasile, in stadi ancora a porte chiuse. E già nella giornata inaugurale, una delle due nazionali che dovevano giocare, il Venezuela, è stata decimata dalle positività al coronavirus e poi ha perso 3-0. In tutto questo, lunedì notte, in Argentina-Cile, il solito Lionel Messi ha ricordato a tutti, con uno dei suoi calci di punizione, che la Copa America è soprattutto quello che si vede in campo.

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