Il nuovo record mondiale di Armand Duplantis nel salto con l’asta

Il nuovo record mondiale di Armand Duplantis nel salto con l’asta

Lunedì, nella tappa di Belgrado del World Athletics Indoor Tour, l’astista svedese Armand Duplantis ha stabilito un nuovo record del mondo nel salto con l’asta, il suo terzo consecutivo dal 2020. Duplantis, che ha 22 anni, ha saltato 6,19 metri migliorando così di un centimetro il suo ultimo record registrato il 15 febbraio 2020 a Glasgow. Dopo aver vinto l’oro ai Giochi olimpici di Tokyo, fra pochi giorni, sempre a Belgrado, avrà inoltre l’occasione di vincere l’oro ai Mondiali indoor, l’unico che gli manca — insieme all’oro mondiale outdoor — tra le competizioni principali.

Il ginnasta russo e la “Z” simbolo dell’invasione dell’Ucraina

Il ginnasta russo e la "Z" simbolo dell'invasione dell'Ucraina

Sabato nel corso della finale delle parallele alla Coppa del Mondo di ginnastica artistica a Doha, in Qatar, il ginnasta russo Ivan Kuliak ha gareggiato con una divisa che sul petto aveva una “Z”, lettera diventata negli ultimi giorni un simbolo dell’invasione russa in Ucraina. Kuliak, che alla fine è arrivato terzo, ha mostrato la “Z” anche al momento della premiazione sul podio, al fianco dell’atleta ucraino Kovtun Illia che era arrivato primo.

La “Z” era apparsa disegnata su diversi carri armati russi nei primi giorni dell’invasione, e da allora i sostenitori dell’operazione militare in Ucraina hanno cominciato a usarla per mostrare il loro appoggio alla guerra. Ma l’origine e il significato non sono chiari, e le autorità russe finora non ne hanno dato una spiegazione ufficiale: la lettera Z nell’alfabeto russo, il cirillico, non esiste e secondo alcuni potrebbe stare per la traslitterazione in alfabeto latino di za pobedy (“per la vittoria”) mentre per altri significherebbe zapad (“ovest”), a simboleggiare l’avanzata dei soldati russi verso Occidente.

La Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG) ha annunciato di aver aperto un’indagine sul comportamento di Kuliak, che potrebbe subire sanzioni disciplinari. Peraltro la gara di Coppa del Mondo di sabato è stata l’ultima a cui hanno potuto partecipare i ginnasti russi dato che dal 7 marzo la loro partecipazione a gare internazionali è sospesa, come da richiesta del Comitato Olimpico.

Paolo Nori racconta del suo corso su Dostoevskij e Russia rinviato dall’Università Bicocca di Milano

Paolo Nori racconta del suo corso su Dostoevskij e Russia rinviato dall'Università Bicocca di Milano

Paolo Nori, scrittore e grande esperto e studioso di letteratura russa, ha raccontato su Instagram di avere ricevuto un’email dell’Università degli Studi Milano-Bicocca nella quale gli è stato comunicato il rinvio di un ciclo di lezioni che avrebbe dovuto tenere sulla vita del romanziere Fëdor Dostoevskij. Nella mail l’università spiega che lo scopo del rinvio «è quello di evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione». Il riferimento è all’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia.

Nori ha spiegato che il corso avrebbe dovuto iniziare mercoledì 9 marzo: avrebbe compreso quattro lezioni e doveva essere aperto a tutti e gratuito. Visibilmente commosso, Nori ha detto di trovare «orribile» ciò che sta accadendo in Ucraina: «Mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto, che quando era vivo nel 1849 è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che una università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere, quando ho letto questa mail non ci credevo». Il racconto inizia dal minuto 9:14.

 

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In seguito al video di Nori, ampiamente ripreso sui social network, e alle proteste di alcuni docenti, l’Università ha annunciato di avere ripristinato il corso.

Nori ha però annunciato che non terrà il corso in ogni caso. Sul suo sito, ha scritto che il prorettore della Bicocca, Maurizio Casiraghi, aveva sospeso il corso per affiancare a Dostoevskij «alcuni autori ucraini». «Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove» ha scritto Nori.

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