Spaventati

Naturalmente ci sono molte cose da dire sui risultati elettorali, ma vediamone una laterale e però illuminante. Da diverse settimane chiunque in questo paese – ancora di più se di sinistra – si affrettava a dire che il M5S sarebbe andato benissimo alle elezioni europee, implicando nell’ordine: 1) una vittoria del M5S; 2) un pareggio tra M5S e PD; 3) un ottimo risultato del M5S che superasse il 25%.

Bene, si è dimostrato che quei chiunque sbagliavano della grossa. E che sbagliavano ancora più colpevolmente tra di loro i giornalisti, gli addetti ai lavori, politologi, i sondaggisti. Strano, no? Non così strano, secondo me. Le ragioni, infatti, le abbiamo scritte sabato sul Post, e dimostrano come in questi tempi le psicologie di piccola umanità e le insicurezze caratteriali battano ogni logica, buonsenso e razionalità.

Per evitare che succeda come l’altra volta, quando alle elezioni il M5S andò benissimo e arrivò secondo di poco e tutti sembrarono spiazzati, prima di queste elezioni europee tutti si sono affrettati da settimane a dire che il M5S andrà benissimo (“spiazzati” è una delle condizioni vissute come più umilianti dell’epoca contemporanea: per sondaggisti, politici, giornalisti, ma anche per le altre persone e gli elettori, MAI farsi vedere spiazzati, sorpresi, ignari: sempre prevedere inondazioni).
Quindi l’unica previsione da bar che si sente in giro (sondaggi clandestini a parte) è “il M5S andrà benissimo”, per farsi trovare eventualmente preparati dopo e darsi un tono da “io so le cose”, che però le sanno uguali tutti quanti.

Perché è interessante tutto questo? Perché rivela la fragilità psicologica e le insicurezze persino di quelli tra di noi a cui attribuiamo maggiori esperienza e competenza, per non parlare di tutti gli altri, e dimostra come lucidità e sensatezza siano ostaggio di paure e timori personali. Non era difficile, infatti, immaginare un risultato più verosimile (per quanto il successo del Pd sia straordinario): il M5S in questo anno ha compattato i suoi, ma non ne ha convinti molti di nuovi e meno militarizzati; quelli li aveva presi l’anno scorso, quando l’aria di protesta contro i partiti era al suo massimo, prima che arrivasse Renzi a riprendersene molti. E in più, queste erano elezioni europee, nelle quali quella gran massa di “elettori del comico che fa ridere e gliele canta” sono meno motivati. E così il M5S ha perso due milioni di voti.

Non c’erano molte ragioni logiche per cui il M5S dovesse andare meglio di un anno fa, e ce n’erano diverse per cui avrebbe dovuto andare peggio. Eppure, ci siamo messi paura di sbagliare e abbiamo sostenuto il contrario, solo perché Grillo sbraitava molto, come ha sempre fatto.
Siamo gente che ha paura di sbagliare, e paura di farsi beccare impreparata.
Anche per questo uno come Renzi vince.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).