Delinquenti e imbecilli

Nel solito casino dei giornali che confonde tutto e non spiega niente (per ragioni di faziosità politica o di mediocrità informativa: oggi si salva il Corriere) alcune cose sugli indagati del centrosinistra per le spese alla Regione Lombardia è meglio dirle, con la cautela delle informazioni che circolano finora.

1. A diversi indagati sembra siano avanzate contestazioni risibili: fare di ogni erba un fascio è una gran scorrettezza. Ancora di più è enfatizzare i nomi più noti se sono i meno coinvolti.
2. La maggior spesa da spiegare sembra riguardare partiti diversi dal PD, salvo il caso del consigliere Spreafico (quello che si è fatto rimborsare la Nutella).
3. I paragoni col caso Fiorito o con le precedenti accuse verso i consiglieri lombardi di maggioranza non stanno in piedi se non sul punto del fatto che va cambiato il finanziamento dei partiti. Per il resto, è un’altra scala con ben diverse implicazioni.
4. Visto che la storia della Nutella appassiona, definiamole chiaramente, le sue implicazioni: se coi miei soldi ti paghi il SUV sei un delinquente, se coi miei soldi ti paghi la Nutella sei un imbecille. Entrambe le constatazioni sono disarmanti, ma sono diverse (già più grave è che Spreafico si facesse pagare l’affitto di un garage, se è vero: ma allora parliamo di quello, non della Nutella).
5. Se si alza il tiro delle accuse dagli indagati ai partiti che li hanno fatto eleggere, allora sì che le differenze aumentano: se hai fatto eleggere un delinquente di cui sono note le attitudini nei confronti della cosa pubblica, se hai nominato tesoriere uno che si ruba i soldi e fa traffici finanziari, la tua responsabilità consapevole è molto grave. Se hai fatto eleggere un imbecille che metterà in nota spese la Nutella, è un po’ diverso: sarà in discussione la tua capacità di scegliere uomini di qualità (è in discussione da tempo), ma non ti si può accusare di aver chiuso un occhio sul malaffare.
6. Questo non significa che il PD sia geneticamente immune al malaffare: se capiterà di scoprire che i suoi amministratori gestivano reti di corruzione, arricchimenti e traffico di consensi, sarà una vergogna come lo è stato per altri. Ma non è capitato, stavolta.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).