Automatico a mano

A Roma, dove i tassisti comandano e fanno eleggere i sindaci, il Comune ha fatto un pasticcio risolto con un’acrobazia linguistica degna di nota. In un primo tempo era stato votato un emendamento a una delibera che imponeva ai taxi di installare una “macchinetta” che offrisse ai clienti una ricevuta “automatica” e non il solito bigliettaccio a penna spacciato per ricevuta (i tassisti sostengono che “la ricevuta è già obbligatoria se il cliente la chiede”). Ma i tassisti si sono arrabbiati, e Alemanno ha dovuto fare marcia indietro quando la norma era stata ormai approvata. Ed è riuscito a negare l’evidenza.

“Dopo un’attenta verifica – spiega – posso dire che l’emendamento è equilibrato nel difendere tassisti e utenti: non prevede l’introduzione di un dispositivo elettronico per il rilascio di uno scontrino”, ma solo “l’obbligo di sostituire i vecchi biglietti anonimi con apposite ricevute”

Solo che l’emendamento prevede il rilascio di un biglietto automatico. Ma niente paura.

La via d’uscita scelta è quella delineata già venerdì da Pietro Marinelli: se l’emendamento parla di ricevute “automatiche”, aveva spiegato il leader di Ugl taxi, “vorrà dire che le daremo automaticamente. Ma a mano”.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).