La volta che le Samoa saltarono il 30 dicembre
Lo fecero per sincronizzare il loro fuso orario ai paesi vicini, dopo averne mantenuto per più di un secolo uno allineato agli Stati Uniti

Nel 2011 le Samoa, uno sperduto stato insulare dell’oceano Pacifico, saltarono il 30 dicembre e passarono direttamente dal 29 al 31. La modifica del calendario fu il risultato di un aggiustamento del loro fuso orario, deciso dal governo alcuni mesi prima. Per la sua peculiarità, questo passaggio fu raccontato da molti media internazionali e da allora, ogni 30 dicembre, c’è qualcuno che lo ricorda.
In breve le Samoa erano, per loro scelta, dal lato sbagliato della linea internazionale del cambio data, adottata nel 1884.
Spieghiamo meglio. La linea si trova esattamente all’opposto del meridiano di Greenwich (da cui si parte a contare il fuso orario) e passa quasi interamente in mezzo al Pacifico, dove all’altezza delle Samoa e di altri arcipelaghi ha un tratto piuttosto arzigogolato. Divide convenzionalmente l’oggi dal domani: se la si attraversa andando verso est si deve sottrarre un giorno, verso ovest invece lo si deve aggiungere.
Nel 1892, per effetto della pressione commerciale degli Stati Uniti, le Samoa si erano allineate al loro fuso orario.

Una veduta di Apia, la capitale delle Samoa, nell’ottobre del 2024 (AP Photo/Rick Rycroft)
Nel 2011, invece, il paese decise di adottare il fuso orario dei suoi vicini, sempre per ragioni economiche. Nel corso del Novecento, infatti, Australia e Nuova Zelanda avevano soppiantato gli Stati Uniti come principali partner commerciali delle Samoa. Alla mezzanotte del 29 dicembre del 2011, il paese portò in avanti l’orario di 24 ore secche, saltando dal fuso UTC-11 (un’ora indietro rispetto alle Hawaii) a quello UTC+13. Prendendo come riferimento Auckland, in Nuova Zelanda, si passò quindi da 23 ore indietro a una in avanti.
Il servizio della televisione australiana che raccontò l’evento
La differenza di fuso orario rispetto al resto della regione, come detto, era diventata un problema economico. Il governo samoano calcolò che comportava la perdita di due giorni lavorativi alla settimana, perché la settimana lavorativa non era sincronizzata con quella australiana e neozelandese: per esempio quando lì era venerdì pomeriggio, e chiudevano banche e uffici, nelle Samoa era ancora giovedì.
L’accorgimento rispondeva anche ad altre esigenze. Le Samoa, che hanno circa 200mila abitanti, hanno una diaspora altrettanto numerosa in Australia e Nuova Zelanda: dal 2011 ricorrenze importanti e compleanni non sono più sfalsati. Per ragioni analoghe, nel 2009, le Samoa avevano anche cambiato il senso di guida, da destra a sinistra come in Australia: l’obiettivo era facilitare l’acquisto di auto usate dagli altri paesi dell’Oceania.

Automobilisti contromano rispetto alla nuova segnaletica stradale, ad Apia nel settembre del 2009 (AP Photo/Cherelle Jackson)
Il “salto avanti nel tempo”, come fu raccontato all’epoca, fu ampiamente festeggiato nelle Samoa. Furono sparati fuochi d’artificio e ci furono celebrazioni in piazza, con anche funzioni religiose. Diverse persone si riunirono sotto la torre dell’orologio della capitale, attorno a cui gli automobilisti suonarono i clacson. Per l’occasione il governo ordinò un francobollo speciale e chiarì che gli stipendi del 30 dicembre, la data cancellata, sarebbero stati erogati lo stesso.
Tecnicamente, come detto, quella del 2011 fu la seconda rettifica artificiale del fuso orario delle Samoa (ogni paese può stabilire il proprio, in Europa se ne discute periodicamente per il cambio dell’ora). Il primo, a fine Ottocento, aveva prodotto un effetto bizzarro. Era avvenuto raddoppiando il 4 luglio, il giorno in cui si celebra l’adozione della Dichiarazione di Indipendenza americana, che quindi venne festeggiato due volte.
Nel 2011 cambiò fuso orario anche Tokelau, un arcipelago vicino che dipende dalla Nuova Zelanda, ma non lo fecero le Samoa americane, che distano dalle Samoa solo 120 chilometri ma sono un “territorio” degli Stati Uniti. Il risultato è che tra Samoa e Samoa americane c’è una differenza di fuso di 24 ore. Le 13:35 italiane di questo martedì erano l’1:35 del 31 dicembre nelle Samoa e l’1:35 del 30 dicembre nelle Samoa americane.

Re Carlo III e la regina Camilla in visita nelle Samoa per la riunione del Commonwealth, il 26 ottobre del 2024 (Manaui Faulalo/Pool Photo via AP)
Le Samoa fanno parte del Commonwealth e si era parlato di loro nel 2024, quando avevano ospitato la riunione tra i capi di governo di questa associazione internazionale, di cui fanno parte 56 paesi, quasi tutti dell’ex impero coloniale britannico. Le Samoa furono una colonia tedesca fino alla Prima guerra mondiale, poi furono amministrate dalla Nuova Zelanda (sotto influenza britannica) e divennero infine indipendenti nel 1962.
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