I molti dubbi sul presunto attacco ucraino contro una residenza di Putin
È improbabile che sia avvenuto davvero, ma parlarne fa comodo alla Russia per indebolire i negoziati

Lunedì la Russia ha accusato l’Ucraina di aver tentato di attaccare con 91 droni una villa del presidente Vladimir Putin nella regione di Novgorod, tra San Pietroburgo e Mosca. Ci sono forti dubbi che l’attacco sia avvenuto realmente: la Russia non ha fornito prove di nessun tipo. Ha detto che non ci sono stati feriti né danni, perché tutti i droni sono stati abbattuti dai sistemi di difesa che proteggono la villa. Yuri Ushakov, il consigliere per la politica estera di Putin, ha detto però che a causa del presunto attacco la Russia «rivedrà» la sua posizione nei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un post sui social media, ha definito l’accusa «una completa falsità che ha lo scopo di giustificare nuovi attacchi contro l’Ucraina». Secondo Zelensky la Russia ha diffuso la notizia per «minare i risultati della diplomazia», e garantirsi una giustificazione per rifiutare eventuali proposte di cessate il fuoco che dovessero emergere dai negoziati in corso tra Stati Uniti e Ucraina.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump però è sembrato credere a Putin. Lunedì sera, durante una conferenza stampa, ha detto di essere «molto arrabbiato» per il presunto attacco. Quando i giornalisti gli hanno chiesto se era sicuro che l’attacco fosse avvenuto davvero, ha risposto: «Be’, vedremo. Dite che forse l’attacco non è avvenuto: anche questo è possibile, direi. Ma il presidente Putin mi ha detto stamattina che c’è stato».
La notizia del presunto attacco arriva in un momento delicato: domenica Trump e Zelensky si sono incontrati a Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida. Non hanno trovato un accordo definitivo per mettere fine alla guerra, ma l’incontro mostra che gli sforzi diplomatici stanno proseguendo. Al momento la Russia non ha un vero interesse a raggiungere un cessate il fuoco, perché Putin è convinto di essere in vantaggio e di poter conquistare altro territorio ucraino con la forza. Al tempo stesso la Russia non vuole essere ritenuta responsabile di un eventuale fallimento dei negoziati, perché questo provocherebbe la reazione di Trump.
Da questo punto di vista, la notizia dell’attacco alla residenza di Putin fornisce un buon pretesto: presentandosi come vittima, la Russia potrebbe ostacolare i negoziati con nuove rivendicazioni, come ha accennato il consigliere Ushakov. Una possibilità è che Putin espanda le sue richieste territoriali in Ucraina: non soltanto il Donbas, ma anche le regioni meridionali di Zaporizhzhia e di Kherson, che al momento sono parzialmente occupate.



