Il referendum sulla riforma della giustizia si voterà in due giorni, ma non sono ancora state decise le date

(ANSA/TINO ROMANO)
(ANSA/TINO ROMANO)

Si voterà in due giorni per il referendum confermativo della riforma costituzionale della giustizia, e non solo in uno come è stato sempre finora in Italia per i referendum e come è previsto dalla legge.

Lo ha deciso il Consiglio dei ministri in un decreto-legge approvato lunedì, in cui ha stabilito che tutte le elezioni del 2026 si debbano tenere in due giornate, di domenica e lunedì (il primo giorno dalle 7 alle ore 23, e il secondo dalle 7 alle 15). «Tale misura mira a facilitare l’esercizio del diritto di voto, riducendo il rischio di affollamenti presso i seggi e garantendo un tempo congruo per l’afflusso degli elettori. Il decreto disciplina, inoltre, le modalità di accorpamento di diverse tipologie di consultazioni (cosiddetto election day), al fine di generare risparmi per la finanza pubblica e limitare i disagi per l’attività scolastica nei plessi sede di seggio», si legge in un comunicato del Consiglio dei ministri.

La riforma della giustizia è stata proposta dalla maggioranza di destra e prevede tra le altre cose la separazione delle carriere dei magistrati. Era stata approvata dal parlamento il 30 ottobre, ma non avendo ricevuto la maggioranza dei due terzi dei seggi, che avrebbe permesso di farla entrare subito in vigore, i partiti di maggioranza e alcuni di quelli di opposizione avevano chiesto di votare in un referendum per confermarla.

Essendo un referendum costituzionale, in cui si vota la modifica di una parte della Costituzione, non sarà necessario il quorum, cioè non servirà che vada a votare più della metà dei cittadini aventi diritto: per far passare la legge sarà sufficiente la maggioranza del “sì” tra chi andrà a votare. La data del voto non è ancora stata fissata, ed è probabile che il governo la indichi nel Consiglio dei ministri del 29 dicembre. A quel punto toccherà al presidente della Repubblica indire il referendum: avrà 60 giorni di tempo per farlo, attraverso un decreto. Il voto potrà essere fissato tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo al decreto: l’ipotesi più probabile al momento è che si voti il 29 e il 30 marzo.