La Thailandia ha bombardato la Cambogia sostenendo di aver colpito un centro logistico per missili

La Thailandia ha bombardato la Cambogia sostenendo di aver colpito un centro logistico per missili vicino a Poipet, città cambogiana la cui economia si basa sulla presenza di otto casinò e che è anche il principale collegamento terrestre tra i due paesi che sono separati da un confine di circa 820 chilometri che attraversa diverse zone contese. L’ha fatto sapere il portavoce dell’Aeronautica militare thailandese, il maresciallo Jackkrit Thammavichai precisando che gli edifici colpiti erano «strutture utilizzate per scopi militari».
Il ministero della Difesa della Cambogia ha dichiarato che le forze armate thailandesi, nella mattinata di giovedì, hanno sganciato due bombe. La Thailandia sostiene di aver colpito una struttura utilizzata per lo stoccaggio di sistemi missilistici. A seguito del bombardamento la Cambogia ha chiuso i varchi di frontiera terrestri con la Thailandia ritenendola una «misura necessaria», come ha precisato il ministero dell’Interno. A sua volta la Thailandia ha dichiarato che tra i 5mila e i 6mila cittadini thailandesi sono rimasti bloccati a Poipet.
Gli scontri fra i due paesi erano ricominciati l’8 dicembre, dopo settimane di tensioni al confine. La Thailandia aveva bombardato la Cambogia sostenendo che l’esercito cambogiano avesse infranto per primo un precedente accordo di cessate il fuoco che durava da fine luglio. Gli scontri erano poi proseguiti nonostante il presidente degli Stati Uniti avesse annunciato che, attraverso la sua mediazione, i due paesi si erano accordati per un cessate il fuoco. Nell’ultimo mese almeno 38 persone sono state uccise e circa 800mila evacuate.
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