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  • Sabato 13 dicembre 2025

Israele dice di aver ucciso un importante leader di Hamas

Raed Saad, il secondo in comando delle brigate al Qassam, il corpo armato dell'organizzazione

L'auto su cui si presume viaggiasse Raed Saad, distrutta nell'attacco israeliano, Gaza, 13 dicembre 2025 (AP Photo/Jehad Alshrafi)
L'auto su cui si presume viaggiasse Raed Saad, distrutta nell'attacco israeliano, Gaza, 13 dicembre 2025 (AP Photo/Jehad Alshrafi)
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L’esercito israeliano ha detto di aver ucciso Raed Saad, il secondo in comando delle brigate al Qassam, il corpo armato di Hamas. Per il momento Hamas non ha confermato la sua morte (è accaduto spesso in passato che il gruppo lo facesse settimane o mesi dopo).

Saad sarebbe stato ucciso in un attacco con un drone che sabato pomeriggio ha colpito l’auto su cui presumibilmente viaggiava, lungo la costa della città di Gaza, nella parte della Striscia sotto controllo palestinese (il resto è ancora occupato da Israele). Nell’attacco sono state uccise altre quattro persone, e diverse altre sono state ferite.

Israele ritiene che Saad fosse tra gli organizzatori degli attacchi del 7 ottobre 2023, e che ultimamente fosse diventato responsabile dell’approvvigionamento di armi. È considerato un membro molto importante di Hamas, molto vicino a Marwan Issa, un altro influente leader, ucciso da Israele in un attacco del marzo 2024. L’esercito israeliano ha provato a uccidere Saad molte volte in passato, l’ultima nel giugno 2024, quando era riuscito a scappare poco prima dell’arrivo dei militari.

Con questo attacco, Hamas ha accusato Israele di aver violato gli accordi per il cessate il fuoco, come avvenuto molte volte negli ultimi due mesi. Da quando è entrato in vigore, lo scorso 10 ottobre, l’esercito israeliano ha ucciso quasi 400 palestinesi, secondo le autorità della Striscia, violando gli accordi in oltre 700 occasioni.

Circa tre quarti di queste violazioni sono stati bombardamenti e attacchi con armi da fuoco, ma ci sono state anche incursioni via terra e demolizioni di edifici. In questi due mesi Israele non ha rispettato nemmeno gli accordi sugli aiuti umanitari, consentendo l’ingresso di molti meno camion rispetto a quanto concordato. Ha inoltre annunciato di aver intenzione di riaprire il varco di Rafah, l’unico che dalla Striscia porta in un paese che non sia Isrsele, ma soltanto in una direzione (per permettere ai palestinesi di uscire).

– Leggi anche: Quando inizia la prossima fase del piano per Gaza?