In Thailandia c’è anche una crisi di governo, di nuovo
Mentre sono ripresi gli scontri con la Cambogia, il primo ministro Anutin Charnvirakul ha sciolto il parlamento, convocando nuove elezioni: era in carica da settembre

Giovedì il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul ha annunciato di essersi dimesso e di aver avviato le procedure per lo scioglimento del parlamento: ci saranno quindi nuove elezioni, probabilmente già a gennaio. Anutin (in Thailandia ci si riferisce abitualmente ai politici con il nome proprio) era stato eletto dal parlamento a settembre: fa parte del partito conservatore Bhumjaithai ma aveva ottenuto anche il sostegno del Partito del Popolo, il principale partito di opposizione, di centrosinistra, e il più grosso in parlamento. Il Partito del Popolo aveva chiesto riforme e una revisione della Costituzione: giovedì ha ritirato il sostegno, ritenendo che non fossero stati rispettati i patti.
Anutin ha deciso di sottoporre al re la decisione di sciogliere il parlamento (che il re ha approvato) nel quarto giorno di nuovi scontri al confine fra l’esercito thailandese e quello della Cambogia. La crisi politica non è però apparentemente legata alla ripresa degli scontri e il primo ministro ha assicurato che non avrà ripercussioni sulla gestione delle operazioni, che hanno coinvolto più di dieci località e che hanno causato almeno venti morti. La guerra tra i due paesi era cominciata lo scorso luglio, quando per cinque giorni c’erano stati attacchi e bombardamenti in varie località sul confine che sono da tempo contese, per ragioni militari ma anche storiche e religiose. A luglio i combattimenti si erano conclusi con un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti.

I primi ministri di Cambogia e Thailandia, Hun Manet e Anutin Charnvirakul, durante una riunione internazionale a Kuala Lumpur, in Malaysia, a ottobre del 2025 (AP Photo/Mark Schiefelbein)
La Costituzione thailandese prevede che debbano tenersi elezioni entro 60 giorni: Anutin era il terzo primo ministro dall’agosto del 2023 e il paese vive un periodo di forte instabilità politica. Parte di questa instabilità è dovuta alle forti ingerenze dei militari nella politica thailandese: l’attuale Costituzione prevede che il Senato, uno dei due rami del parlamento, sia nominato dai militari. Nel 2023 proprio l’opposizione dei militari aveva di fatto impedito al partito Kao Klai e al suo leader Pita Limjaroenrat di formare un governo, nonostante avessero vinto le elezioni. Il partito è stato poi sciolto.
Anutin invece era stato eletto una settimana dopo la deposizione della prima ministra Paetongtarn Shinawatra, in carica da un anno e finita in un grave scandalo a causa della diffusione di una telefonata in cui parlava con toni molto deferenti all’ex primo ministro cambogiano Hun Sen a proposito della disputa territoriale tra i due paesi.
La Thailandia vive anche un momento economico particolarmente complesso, con un forte indebitamento pubblico e privato, con consumi bassi ed esportazioni ora messe in difficoltà dai dazi dell’amministrazione di Donald Trump.
– Ascolta Globo: Politica e guerra in Thailandia



