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  • Giovedì 11 dicembre 2025

In Thailandia c’è anche una crisi di governo, di nuovo

Mentre sono ripresi gli scontri con la Cambogia, il primo ministro Anutin Charnvirakul ha sciolto il parlamento, convocando nuove elezioni: era in carica da settembre

Il primo ministro Anutin Charnvirakul al parlamento di Bangkok, nel settembre del 2025 (AP Photo/Sakchai Lalit)
Il primo ministro Anutin Charnvirakul al parlamento di Bangkok, nel settembre del 2025 (AP Photo/Sakchai Lalit)

Giovedì il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul ha annunciato di essersi dimesso e di aver avviato le procedure per lo scioglimento del parlamento: ci saranno quindi nuove elezioni, probabilmente già a gennaio. Anutin (in Thailandia ci si riferisce abitualmente ai politici con il nome proprio) era stato eletto dal parlamento a settembre: fa parte del partito conservatore Bhumjaithai ma aveva ottenuto anche il sostegno del Partito del Popolo, il principale partito di opposizione, di centrosinistra, e il più grosso in parlamento. Il Partito del Popolo aveva chiesto riforme e una revisione della Costituzione: giovedì ha ritirato il sostegno, ritenendo che non fossero stati rispettati i patti.

Anutin ha deciso di sottoporre al re la decisione di sciogliere il parlamento (che il re ha approvato) nel quarto giorno di nuovi scontri al confine fra l’esercito thailandese e quello della Cambogia. La crisi politica non è però apparentemente legata alla ripresa degli scontri e il primo ministro ha assicurato che non avrà ripercussioni sulla gestione delle operazioni, che hanno coinvolto più di dieci località e che hanno causato almeno venti morti. La guerra tra i due paesi era cominciata lo scorso luglio, quando per cinque giorni c’erano stati attacchi e bombardamenti in varie località sul confine che sono da tempo contese, per ragioni militari ma anche storiche e religiose. A luglio i combattimenti si erano conclusi con un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti.

I primi ministri di Cambogia e Thailandia, Hun Manet e Anutin Charnvirakul, durante una riunione internazionale a Kuala Lumpur, in Malaysia, a ottobre del 2025 (AP Photo/Mark Schiefelbein)

La Costituzione thailandese prevede che debbano tenersi elezioni entro 60 giorni: Anutin era il terzo primo ministro dall’agosto del 2023 e il paese vive un periodo di forte instabilità politica. Parte di questa instabilità è dovuta alle forti ingerenze dei militari nella politica thailandese: l’attuale Costituzione prevede che il Senato, uno dei due rami del parlamento, sia nominato dai militari. Nel 2023 proprio l’opposizione dei militari aveva di fatto impedito al partito Kao Klai e al suo leader Pita Limjaroenrat di formare un governo, nonostante avessero vinto le elezioni. Il partito è stato poi sciolto.

Anutin invece era stato eletto una settimana dopo la deposizione della prima ministra Paetongtarn Shinawatra, in carica da un anno e finita in un grave scandalo a causa della diffusione di una telefonata in cui parlava con toni molto deferenti all’ex primo ministro cambogiano Hun Sen a proposito della disputa territoriale tra i due paesi.

La Thailandia vive anche un momento economico particolarmente complesso, con un forte indebitamento pubblico e privato, con consumi bassi ed esportazioni ora messe in difficoltà dai dazi dell’amministrazione di Donald Trump.

– Ascolta Globo: Politica e guerra in Thailandia