La Bulgaria ha respinto la richiesta di estradizione di un uomo accusato di essere coinvolto nell’esplosione al porto di Beirut del 2020

Un tribunale bulgaro ha respinto la richiesta del Libano di estradare Igor Grechushkin, un uomo russo arrestato a settembre con l’accusa di essere coinvolto nell’enorme esplosione che nel 2020 devastò il porto di Beirut, la capitale del paese: morirono oltre 200 persone e ne restarono ferite circa 7mila.
Grechushkin è il proprietario di una nave cargo che si ritiene avesse trasportato nel porto di Beirut il grosso carico di nitrato di ammonio che esplose a causa di un incendio in un deposito. Grechushkin era stato arrestato all’aeroporto di Sofia in seguito a un mandato d’arresto internazionale emesso dal Libano, e da allora è in custodia cautelare. Dalle indagini sull’esplosione del 2020 si sa che 3mila tonnellate di nitrato di ammonio erano arrivate al porto nel 2013 a bordo di una nave mercantile di proprietà russa: secondo il giornale bulgaro Novinite la nave era proprio quella di Grechushkin.
I suoi avvocati avevano chiesto di respingere l’estradizione sostenendo che non ci sarebbero prove sufficienti per garantire che in Libano non venga condannato a morte (l’estradizione nei paesi dove non è garantito che non venga eseguita la pena di morte è vietata da tutti i paesi dell’Unione Europea). È probabile che ora le autorità del Libano facciano ricorso in appello.


