Un gruppo separatista sta avanzando nel sud dello Yemen
Dopo anni di stallo nella guerra civile, l'offensiva rischia di dividere lo schieramento governativo che combatte gli Houthi

Nell’ultima settimana in Yemen un gruppo militare chiamato Consiglio di Transizione del Sud (STC) ha occupato le province di Hadramout e Mahra, nel sud del paese, con un’offensiva molto rapida che non ha incontrato grossa resistenza. Il Consiglio è un gruppo separatista appoggiato dagli Emirati Arabi Uniti: formalmente è alleato del governo dello Yemen riconosciuto dalla comunità internazionale, che combatte contro gli Houthi, eppure ci si sta scontrando. È uno sviluppo potenzialmente significativo per la disastrosa guerra civile nel paese, che va avanti dal 2014 e da circa tre anni era sostanzialmente in stallo.
Dall’inizio della guerra gli Houthi occupano le regioni più popolose nel nord del paese, inclusa la capitale Sana’a. Il resto in teoria è sotto il controllo del governo, appoggiato dall’Arabia Saudita e dagli Emirati. L’STC è il gruppo più potente dello schieramento fedele al governo e il suo leader, Aidarous al Zubaidi, ne è vice presidente. Allo stesso tempo, le province di cui il gruppo ha preso il controllo sono state sottratte proprio al governo e ai suoi alleati locali, non agli Houthi: l’STC si è quindi mosso contro forze di cui sulla carta era alleato.
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Il risultato è che ora l’STC e altri gruppi vicini agli Emirati controllano la maggior parte dello Yemen sud-orientale, inclusi i suoi porti e le strutture di estrazione del petrolio.
Come parte dell’offensiva, il gruppo ha preso il controllo degli stabilimenti ad Hadramout della maggiore azienda petrolifera yemenita e ha occupato il palazzo presidenziale di Aden, dove si è installato il suo capo, al Zubaidi. Ha detto che il prossimo obiettivo è la capitale Sana’a, prospettando quindi un attacco verso le roccaforti degli Houthi, sostenuti dall’Iran.

Una persona per strada nella capitale Sana’a, davanti a ritratti dei leader degli Houthi, l’8 dicembre (EPA/YAHYA ARHAB)
Questi sviluppi sono rilevanti perché rischiano di frammentare lo schieramento avverso agli Houthi. A differenza di altri gruppi, come detto l’STC è separatista. Fin dalla sua nascita, nel 2017, ha avuto l’obiettivo di rendere di nuovo lo Yemen meridionale uno stato indipendente (come fu tra il 1967 e il 1990). Al Zubaidi lo ha ribadito in questi giorni e ha iniziato a comportarsi come un leader di fatto, alternativo al governo. Per esempio ha organizzato riunioni nel palazzo di Aden in cui non era visibile la bandiera del governo riconosciuto a livello internazionale.
Non è ancora chiaro come il governo e i suoi alleati in Medio Oriente risponderanno alle mosse di al Zubaidi. La sua intraprendenza ha aumentato l’influenza degli Emirati, creando per converso un problema all’Arabia Saudita.
In precedenza l’Arabia Saudita aveva già ritirato le sue truppe da Aden e un funzionario del governo yemenita ha detto all’Associated Press che le forze saudite si stanno riorganizzando. I sauditi hanno comunque mandato delegazioni a incontrare gli emissari dell’STC, chiedendo al gruppo di ritirarsi. Il presidente del governo riconosciuto, Rashad al Alimi, la settimana scorsa è andato a Riad per una riunione d’emergenza e ha condannato l’avanzata dei separatisti definendola «unilaterale».
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