La banca centrale degli Stati Uniti ha abbassato i tassi di interesse, per la terza volta di fila

Il presidente della FED, Jerome Powell, il 29 ottobre
Il presidente della FED, Jerome Powell, il 29 ottobre (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)

La Federal Reserve, la banca centrale statunitense nota semplicemente come FED, ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali, portandoli a un intervallo compreso tra il 3,5 e il 3,75 per cento (il precedente era tra il 3,75 e il 4 per cento). È il terzo taglio consecutivo, e il terzo del 2025. La decisione è stata più contrastata delle precedenti: durante la riunione del Consiglio dei governatori della FED infatti ci sono stati tre voti contrari (su dodici), cosa che non succedeva dal settembre del 2019. Questo aspetto, secondo le prime analisi che si basano anche sul comunicato della banca, probabilmente scoraggerà nuovi tagli sui tassi nei prossimi mesi. Da tempo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, invece ne pretende, arrivando anche a minacciare di licenziare presidente e consiglieri della FED.

I tassi di interesse sono il principale strumento con cui le banche centrali dei paesi provano a controllare i meccanismi che influiscono sui prezzi. Solo la FED può prendere decisioni sui tassi di interesse di riferimento e lo fa in modo autonomo e indipendente dal governo. Per statuto la banca centrale ha due obiettivi: controllare l’aumento del livello dei prezzi, che deve essere il più possibile stabile e vicino al 2 per cento annuo, una soglia generalmente associata a un’economia sana; e la piena occupazione, cioè la massima quota di persone che lavorano date le condizioni dell’economia. Lo strumento che utilizza sono proprio i tassi di interesse: la banca centrale li fissa e aggiorna periodicamente, e questi sono poi un riferimento per i tassi offerti dalle banche ai loro clienti e per tutto il mercato finanziario.