C’è un fuggi fuggi di dirigenti da Apple

Negli ultimi mesi se ne sono andati in diversi, segno della difficoltà dell'azienda ad adattarsi al mercato delle AI

Il CEO di Apple Tim Cook saluta (AP Photo/Jeff Chiu)
Il CEO di Apple Tim Cook saluta (AP Photo/Jeff Chiu)
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Nelle ultime settimane Apple è oggetto di attenzioni particolari e di qualche allarme dopo che una serie di dirigenti di alto livello ha lasciato l’azienda, spesso senza preavviso. Alcuni di loro avevano ruoli in settori cruciali e riferivano direttamente a Tim Cook, l’amministratore delegato, che è alle prese con una perdita di personale che non ha precedenti nella storia recente dell’azienda.

Storicamente, infatti, Apple è considerata un modello di stabilità nella Silicon Valley, ed è nota per la sua capacità di attirare e trattenere i cosiddetti “talenti”, cioè i professionisti più bravi nel loro lavoro: i suoi dipendenti tendono a rimanere in azienda per anni, senza continui ricambi di personale. Gli ultimi anni dell’azienda, però, sono stati segnati da alcuni errori notevoli, specie nel campo dell’intelligenza artificiale, su cui Apple è tuttora indietro rispetto alla concorrenza. Anche per questo, come ha scritto il Wall Street Journal, in questi mesi Apple ha perso «decine» di dipendenti a vantaggio di OpenAI e Meta, parte di una “fuga dei cervelli” che rischia di indebolirla a vantaggio delle aziende rivali.

Non è un caso che una delle persone che hanno lasciato Apple in questi giorni sia John Giannandrea, che da sette anni era a capo della strategia per le AI. Giannandrea ha seguito in particolare Apple Intelligence, il pacchetto di prodotti AI che finora ha dato risultati piuttosto deludenti, in particolare per quanto riguarda la nuova versione di Siri, più volte promessa e rimandata. Giannandrea verrà sostituito da Amar Subramanya, che dopo sedici anni a Google era stato assunto a luglio dalla divisione AI di Microsoft.

Più sorprendente è stata invece la partenza di Alan Dye, responsabile del design di Apple, considerato da alcuni l’erede di Jony Ive, storico designer che aveva lasciato l’azienda nel 2019. La scorsa settimana Dye ha accettato un’offerta di Meta per guidare un nuovo studio creativo specializzato in dispositivi per l’AI, dove lavorerà con Billy Sorrentino, altro ex di Apple. Negli stessi giorni, l’azienda ha annunciato altre «transizioni di dirigenti», che riguardano l’attuale responsabile per l’ambiente e le iniziative politiche e sociali, Lisa Jackson, e la responsabile degli affari legali Kate Adams, che verrà sostituita da Jennifer Newstead, proveniente da Meta.

Quest’estate, inoltre, Apple ha perso anche Jeff Williams, che lavorava per l’azienda dal 1998 e ne era da tempo il direttore operativo. Nel corso della sua carriera, Williams aveva seguito il lancio di iPod, iPhone e Apple Watch, ed era stato definito «il Tim Cook di Tim Cook» per le sue capacità organizzative e la sua conoscenza della filiera produttiva. Il suo ruolo è stato coperto da Sabih Khan, responsabile delle operazioni dell’azienda.

A tutto questo va aggiunta l’indiscrezione pubblicata lo scorso mese dal Financial Times, secondo cui lo stesso Cook si starebbe preparando a lasciare l’azienda nel corso del prossimo anno, in quella che viene presentata come una transizione pianificata da tempo. La persona più accreditata per prendere il posto di Cook sarebbe John Ternus, vicepresidente senior dell’ingegneria hardware.

Non tutti però concordano con questa versione: la possibilità che Cook se ne vada è stata smentita da Bloomberg, solitamente ben informata su Apple, secondo cui ci sono «pochi segnali interni» a sostegno di questa ipotesi. Lo stesso Financial Times ha precisato che un cambio di CEO non sarebbe una reazione a degli scarsi risultati di Apple: nonostante i rallentamenti sulle AI, infatti, l’azienda si prepara a chiudere l’anno in corso con vendite da record, soprattutto per quanto riguarda gli iPhone.

A conferma dell’atmosfera di incertezza all’interno dell’azienda, negli ultimi giorni si è diffusa la voce secondo cui anche Johny Srouji, vicepresidente senior delle tecnologie hardware, sarebbe pronto a lasciare Apple. Srouji fu tra i fautori di Apple Silicon, l’iniziativa con cui l’azienda ha rivoluzionato la sua produzione di chip, rendendoli più efficienti e potenti: la sua sarebbe una perdita particolarmente pesante ma è stata smentita dallo stesso Srouji, che ha confermato al suo team di voler rimanere a Apple.