È nata una rivalità tra due importanti cinema italiani

Il Modernissimo di Bologna e il Troisi di Roma continuano a litigare su chi vende più biglietti, e su come lo fa

di Gabriele Niola

Il cinema Modernissimo di Bologna, 21 novembre 2023
(Guido Calamosca/LaPresse)
Il cinema Modernissimo di Bologna, 21 novembre 2023 (Guido Calamosca/LaPresse)

Il cinema Modernissimo di Bologna e il Troisi di Roma esistono da pochi anni, ma si sono affermati da subito come due tra i più importanti e influenti in Italia per programmazione e ricerca. Tra i due è nata una rivalità ormai piuttosto discussa tra addetti ai lavori. Da un paio d’anni infatti litigano pubblicamente su chi è quello che vende più biglietti, e per primeggiare l’uno sull’altro sono arrivati al punto di ricorrere a stratagemmi piuttosto creativi. Dietro a questa contesa c’è una più ampia questione sulle regole imposte ai cinema italiani e sui tentativi di cambiarle.

Questa settimana il cinema Modernissimo di Bologna ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio “Biglietto d’oro” per la monosala (cioè il cinema con una sola sala) di maggiore successo in Italia. Eppure il giorno dopo la premiazione il cinema Troisi di Roma, secondo classificato, ha inviato un comunicato stampa via mail in cui sosteneva di essere in realtà il primo “per i film di prima visione”, nonostante un riconoscimento di questo tipo non esista.

Il cinema Modernissimo infatti proietta soprattutto film di retrospettiva, cioè vecchi, e non le nuove uscite. Per questo non è soggetto ad alcune limitazioni che invece ha il Troisi, che proprio per questo sostiene di essere il primo tra quelli che fanno la normale programmazione. Qualcosa di simile era già successo l’anno scorso.

Il Biglietto d’oro è un premio storico dell’industria italiana, assegnato dall’associazione degli esercenti (ANEC) sulla base dei biglietti staccati rilevati dalla società indipendente Cinetel. Ogni tipologia di cinema gareggia nella propria categoria: i multisala da 2 a 4 schermi hanno un premio; quelli da 5 a 7 un altro; quelli oltre gli 8 un altro ancora. Inoltre vengono conferiti Biglietti d’oro sulla base non solo della quantità di schermi ma anche della grandezza del comune. Per esempio il Troisi quest’anno ha vinto come miglior monosala in comuni con più di 500.000 abitanti, visto che Bologna non rientra in quella categoria. Chiaramente il premio più prestigioso è quello principale.

Il Troisi e il Modernissimo hanno in comune di essere cinema nati da poco, di moderna concezione e di grande successo anche per le maniere nuove in cui dialogano con il loro pubblico. Il Troisi ha aperto nel 2021 a Trastevere, vicino a Porta Portese: è indipendente, gestito da ragazzi e frequentato soprattutto da ragazzi. Il Modernissimo ha aperto nel 2023 a pochi passi da piazza Maggiore, ed è gestito dalla Cineteca di Bologna, cioè una delle più importanti istituzioni cinematografiche italiane, dedita soprattutto al restauro di film e che organizza anche il festival “Il Cinema Ritrovato”. Anche in virtù di questo lavoro fatto con il pubblico sul cinema di retrospettiva, dice il direttore del Modernissimo Gian Luca Farinelli, sono arrivati a un risultato «unico nel mondo»: una sala che fa quasi solo film di retrospettiva è quella che stacca più biglietti nel paese.

Il cinema Troisi a Roma (ANSA/Uff stampa Piccolo America)

Il precedente del 2024 era stato ancora più clamoroso. Farinelli annunciò pubblicamente la vittoria del Biglietto d’oro in un evento con Nanni Moretti, dieci giorni prima della premiazione ufficiale. Gli esercenti hanno accesso ai dati Cinetel tutto l’anno quindi, di settimana in settimana, possono da soli verificare i biglietti staccati dagli altri e farsi i calcoli. Il Modernissimo di Bologna aveva evidentemente confrontato i suoi ingressi con quelli del Troisi accertandosi di essere abbondantemente primo con dieci giorni di anticipo. A quella dichiarazione rispose Valerio Carocci, fondatore del cinema Troisi di Roma, dicendosi stupito che si «stampassero da soli il Biglietto d’oro come Willy Wonka».

Nella settimana che precedeva la premiazione, il Troisi avrebbe ospitato una rassegna di cortometraggi chiamata Condorello, manifestazioni nelle quali di solito si paga un biglietto per assistere alla proiezione di diversi corti, uno dopo l’altro. In quel caso però il cinema staccò un biglietto per ogni singolo cortometraggio, chiedendo agli spettatori ogni volta di uscire dalla sala, prendere un nuovo biglietto (gratuito) e rientrare. Così facendo, staccò 44.000 biglietti in tre giorni, cioè circa un quarto del totale annuale, arrivando a 170.000 biglietti totali e superando di molto il Modernissimo.

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Anche Carocci, a quel punto, annunciò prima della premiazione la loro vittoria. Farinelli parlando con Repubblica definì la trovata «una mandrakata, vagamente indecorosa». La SIAE annullò il conteggio di quei biglietti gratuiti, non validi ai fini dell’assegnazione del Biglietto d’oro proprio perché gratuiti, e quindi il Modernissimo vinse il premio.

Sempre a Repubblica, Carocci spiegò che il senso di quell’operazione non era certo vincere, ma attirare l’attenzione e protestare per quella che consideravano un’anomalia, cioè il fatto che il Modernissimo gareggiasse con gli altri cinema anche se la sua programmazione è fatta al 95 per cento di film di retrospettiva: «Cinetel ci ha detto che vale ogni opera purché venga staccato il biglietto. Allora dovrebbero valere anche i nostri», disse riferendosi ai cortometraggi.

Una versione simile di questa polemica ritorna anche quest’anno nella mail che il Troisi ha inviato dopo la vittoria del Modernissimo, in cui si dichiara la sala vincitrice “per i film di prima visione”. L’ha firmata sempre Carocci, per protestare di nuovo perché il suo cinema, a differenza del Modernissimo di Bologna, non può fare «multiprogrammazione», visto che proietta film di prima visione: «Esistono cinema in Italia che raggiungono questo risultato programmando solo opere di retrospettiva. Fanno un lavoro meraviglioso, ma che bello sarebbe se potessimo farlo anche noi con la prima visione? Chissà quanta gente verrebbe nei cinema di tutta Italia!»

Il riferimento è a una battaglia che il Troisi e altre sale combattono da tempo per avere maggiore autonomia nella programmazione giornaliera. La “multiprogrammazione” che vorrebbe Carocci è in sostanza la libertà di programmare i nuovi film quando vuole e tutte le volte che vuole. Non può farlo, perché i distributori impongono varie limitazioni, in modo da pianificare e controllare meglio le strategie di distribuzione delle proprie uscite: e quindi possono imporre di proiettarli un minimo o un massimo di volte, solo in determinati giorni o orari. Queste limitazioni non esistono per i film vecchi, per i quali non esiste una strategia distributiva.

Secondo Carocci è questa libertà a rendere imbattibile la programmazione del Modernissimo, che ha vinto con un ampio scarto anche quest’anno: «Se fare un film diverso a ogni spettacolo porta a un risultato così clamoroso, come dimostra il Modernissimo, non capisco perché non possiamo farlo anche noi» ha spiegato Carocci al Post. «Diciamo sempre che siamo in crisi ma poi non ci viene concesso di competere con un modello che proprio con il Biglietto d’oro l’industria riconosce come vincente».

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Farinelli invece non attribuisce alla multiprogrammazione il successo del Modernissimo: «Non lo so cosa sia la multiprogrammazione perché non è il mio lavoro» dice al Post. «Io dirigo un’istituzione culturale, il cui lavoro è sperimentare nuove vie culturali, non so di cosa parla quello lì, dovrei fare dei corsi di aggiornamento ma sono troppo vecchio».

Se si considera la questione dal punto di vista della società che distribuisce film, ha una grande importanza strategica poter controllare il numero di proiezioni. Il recente e inaspettato successo del film Le città di pianura, per esempio, è arrivato anche limitando il numero di proiezioni iniziali, riempiendo quindi i pochi cinema che lo proiettavano, creando buoni incassi per ciascuna sala e, poi, in virtù di quelli, espandendo piano piano la distribuzione alle altre. Se invece si guarda alla convenienza delle singole sale, ognuna potrebbe migliorare i propri incassi scegliendo da sé in quali e quanti spettacoli programmare i film, perché conosce meglio il proprio pubblico, le sue esigenze, i suoi tempi e la sua composizione.