Anche a Milano saranno vietate le “keybox” contro gli affitti brevi
È una decisione che replica quella di altre città italiane per limitare uno dei simboli dell'overtourism

Il consiglio comunale di Milano ha deciso di vietare le “keybox”, cioè quelle scatoline che si aprono con una combinazione molto usate negli affitti brevi per la comodità di poter lasciare le chiavi ai clienti senza doverli incontrare. Sono diventate un po’ il simbolo del turismo di massa, e alcune città italiane le avevano già vietate o fortemente limitate, come Firenze e Roma.
Con una modifica al regolamento di Polizia Urbana, il consiglio comunale di Milano le ha vietate negli spazi pubblici, come nei casi in cui vengono messe sui cartelli stradali o sui pali della luce, e in strutture private ma che comunque si affacciano sul suolo pubblico, come l’ingresso di un condominio o una grata. Il provvedimento entrerà in vigore dopo 30 giorni (quindi a inizio gennaio 2026): dopodiché le keybox ancora in circolazione potranno essere rimosse e il proprietario potrebbe ricevere una sanzione amministrativa da 100 a 400 euro.
In questo momento la misura è più che altro legata a una questione di decoro urbano, perché una recente sentenza del Consiglio di Stato ha di fatto già reso in gran parte superflue le keybox. La sentenza ha reintrodotto infatti il divieto di fare il check-in a distanza, una pratica molto frequente negli affitti brevi prenotati sulle piattaforme digitali, con cui i gestori si facevano mandare per messaggio i documenti per poi trovare un modo alternativo per consegnare le chiavi senza incontrarsi di persona: le keybox sono l’esempio più diffuso, ma c’è anche chi usa tastierini elettronici per aprire le porte.
Il Consiglio di Stato ha stabilito che ora invece occorre sempre identificare gli ospiti, di persona o attraverso dispositivi elettronici che permettano di verificarne l’identità, come videochiamate o videocitofoni (quindi in realtà si può fare ancora a distanza, ma con qualche accortezza in più di prima).
La decisione del Consiglio di Stato non vieta dunque le keybox, ma di fatto le ha rese inutili, dato che i gestori devono sempre verificare che la persona che sta entrando nell’appartamento sia la stessa di cui hanno ricevuto i documenti nel momento della prenotazione. L’unico modo per usarle è quindi se si fa il check-in tramite video, con una modalità che però non è ancora molto diffusa e nemmeno del tutto chiara agli addetti del settore, che aspettano chiarimenti.



