La nave dell’ong SOS Humanity è stata fermata al porto di Ortona, in Abruzzo, dopo due soccorsi fatti senza coordinarsi con la Libia

Nel porto di Ortona, in Abruzzo, è stata fermata la nave dell’ong SOS Humanity, che la settimana scorsa aveva soccorso 160 persone migranti in mare in due operazioni diverse. La nave è stata fermata perché accusata di non essersi coordinata con le autorità libiche per effettuare i soccorsi, come da tempo il governo di Giorgia Meloni chiede alle ong di fare: non esiste un obbligo al riguardo, ma il governo interpreta in maniera molto restrittiva alcuni requisiti contenuti nel decreto-legge del 2023 con cui ha reso più rigide le norme sul soccorso dei migranti. Il fermo amministrativo è il divieto per la nave di lasciare il porto.
Contro il coordinamento con la Libia una serie di ong si sono riunite a inizio novembre in una sorta di alleanza, chiamata Justice Fleet: le ong che ne fanno parte, tra cui proprio SOS Humanity (ma non le principali ong di ricerca e soccorso di migranti, come Medici senza frontiere, Emergency e SOS Méditerranée), si rifiutano di collaborare con le autorità libiche nei soccorsi, sulla base del fatto che in Libia le violenze, le torture e gli stupri nei confronti delle persone migranti sono sistematiche. Il fermo della nave di SOS Humanity a Ortona è il primo da quando si è formata questa alleanza.


