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  • Lunedì 1 dicembre 2025

In Grecia si litiga sui vaccini per capre e pecore

Gli allevatori vorrebbero farli per contenere la diffusione del vaiolo ovi-caprino, ma il governo è contrario: c'è di mezzo la produzione della feta

Due capre, Regno Unito, 15 ottobre 2025 (Tim Graham/Getty Images)
Due capre, Regno Unito, 15 ottobre 2025 (Tim Graham/Getty Images)
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In Grecia il governo e gli allevatori stanno litigando sulla necessità di vaccinare le capre e le pecore. Nelle ultime settimane molti animali sono stati abbattuti a causa della diffusione del vaiolo ovi-caprino, una malattia infettiva che se non venisse gestita nel modo corretto potrebbe mettere a rischio la produzione di molti prodotti, tra cui la feta, il più noto formaggio greco, molto esportato all’estero.

Gli allevatori chiedono di poter vaccinare le capre e le pecore, come avviene in paesi vicini tra cui la Bulgaria e la Turchia, e come previsto da alcune norme europee in casi di emergenza. Per loro la positività di un solo animale a questa malattia ha gravi conseguenze poiché comporta l’abbattimento dell’intero gregge. Il governo riconosce un ristoro tra i 150 e i 250 euro per ogni animale abbattuto a seconda dell’età, ma per gli agricoltori questa somma non è sufficiente a risarcire il danno. Finora sono stati abbattuti circa 417 mila animali, circa il 5 per cento della popolazione presente negli allevamenti.

Alcune capre e pecore pascolano sull’isola di Samotracia, Grecia, 7 settembre 2019 (AP Photo/Iliana Mier)

Il governo greco si è opposto alla richiesta perché teme che questa malattia finisca per essere considerata endemica in Grecia, cosa che potrebbe comportare delle restrizioni sull’esportazione di latte e altri prodotti caseari, che è importante per l’economia della Grecia.

La feta, che contiene latte sia di pecora sia di capra (ma quest’ultimo non può superare il 30 per cento), rappresenta circa il 10 per cento delle esportazioni totali di prodotti alimentari della Grecia. Il governo inoltre ritiene che il vaccino non sia sufficientemente efficace per bloccare la diffusione della malattia.

Il governo pensa che il problema possa essere risolto senza le vaccinazioni. Il 25 novembre il segretario generale del ministero per lo Sviluppo rurale e l’alimentazione Spiros Protopsaltis ha annunciato una nuova iniziativa che prevede tra le altre cose di rafforzare il sistema pubblico dei veterinari, inefficiente per via del poco personale, tramite l’utilizzo di veterinari privati. Inoltre, è stato assegnato un veterinario a ogni azienda agricola, in modo da sorvegliare la diffusione della malattia.

Il primo caso di vaiolo ovi-caprino è stato registrato nell’agosto del 2024 nel nord della Grecia, vicino al confine con la Turchia. La malattia è di tipo virale, si trasmette soprattutto per via aerea e non è pericolosa per l’uomo. Il vaiolo ha poi raggiunto la Tessaglia, una regione nel centro del paese in cui l’attività agricola è molto diffusa. Circa un terzo del latte e della feta prodotti in Grecia proviene da questa regione.

Oltre a non concordare sulle soluzioni, allevatori e governo hanno anche litigato sulle responsabilità. Gli allevatori hanno accusato il governo di essersi mosso molto lentamente, visto che una commissione di esperti è stata creata solo a ottobre del 2025, quindi 14 mesi dopo il primo caso. Il governo ritiene che la malattia si sia diffusa perché molte società agricole hanno strutture e attrezzature che non rispettano le norme igieniche.