Gli Stati Uniti hanno sospeso la valutazione di tutte le richieste di asilo, dopo l’attacco a due membri della Guardia Nazionale

Persone in fila fuori da un edificio dove si trovano gli uffici delle agenzie per il controllo delle frontiere e dell'immigrazione (ICE) e per la concessione dei permessi di asilo e della cittadinanza (USCIS) a Los Angeles, il 25 giugno (AP Photo/Damian Dovarganes)
Persone in fila fuori da un edificio dove si trovano gli uffici delle agenzie per il controllo delle frontiere e dell'immigrazione (ICE) e per la concessione dei permessi di asilo e della cittadinanza (USCIS) a Los Angeles, il 25 giugno (AP Photo/Damian Dovarganes)

L’amministrazione statunitense ha annunciato di aver sospeso il processo di valutazione e concessione di tutte le richieste di asilo da parte di cittadini stranieri, come risposta all’attacco di una persona afghana che mercoledì aveva sparato a due soldati della Guardia Nazionale (i riservisti dell’esercito) a Washington, uccidendo una di loro. L’annuncio è stato fatto dal direttore dell’agenzia per la cittadinanza e l’immigrazione (Citizenship and Immigration Services, USCIS), parte del dipartimento della Sicurezza nazionale, alcune ore dopo che il presidente Donald Trump aveva detto di voler fermare definitivamente l’ingresso di persone da paesi «del terzo mondo» (come in molti altri casi, la proposta di Trump è molto vaga e non è chiaro se sia effettivamente realizzabile).

Inoltre gli Stati Uniti smetteranno di valutare le richieste di visto per i cittadini afghani, inclusi quelli che aiutarono l’esercito statunitense durante l’invasione e l’occupazione del paese fra il 2001 e il 2021. In generale ridurre il più possibile l’immigrazione e la presenza di persone straniere negli Stati Uniti è uno dei principali obiettivi di Trump nel corso del suo secondo mandato. Giovedì il presidente aveva ordinato alla USCIS di riesaminare i permessi di residenza permanente concessi a persone provenienti da 19 paesi che includevano Afghanistan, Iran, Haiti e Venezuela.

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