La Francia reintrodurrà il servizio militare volontario
Durerà dieci mesi e sarà aperto a tutte le persone di 18 anni: il governo spera che poi alcune decideranno di entrare nell'esercito

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l’introduzione del servizio militare nazionale volontario, con l’obiettivo di rinforzare progressivamente l’esercito francese. È una decisione in linea con quella di altri paesi europei che, a partire dall’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, hanno cominciato a riarmarsi, rinforzare i loro eserciti e in generale le loro capacità di difesa.
Il nuovo servizio militare partirà dall’estate del 2026 e sarà aperto a tutte le persone francesi di 18 anni, sia uomini che donne. Durerà dieci mesi e si svolgerà solo sul territorio della Francia continentale. Negli scorsi giorni i giornali avevano anticipato che sarebbe stato pagato fra i 900 e i 1.000 euro al mese.
Il governo spera di riuscire a mobilitare 3mila persone il primo anno, fino ad arrivare a 50mila nel 2035. L’obiettivo è formare delle persone che sappiano poi combattere in caso di guerra, ma anche trovarne alcune che, dopo questo periodo iniziale, decidano di entrare stabilmente nell’esercito.
Al momento le forze armate francesi (fra esercito, aeronautica e marina) sono composte da circa 240mila persone (quelle italiane sono di circa 165mila persone) e da 38mila riservisti, ossia cittadini che possono essere convocati in caso di crisi. La Francia vorrebbe raddoppiare il numero dei riservisti entro il 2030.
L’introduzione di questo nuovo servizio militare volontario sostituisce il Servizio nazionale universale (SNU), creato da Macron nel 2017 durante il suo primo anno da presidente. Lo SNU poteva essere fatto sia con l’esercito che nella forma del servizio civile. Dava la possibilità alle persone che avevano almeno 15 anni di fare dei corsi di due settimane, e a quelle dai 16 ai 25 anni di fare dei periodi di addestramento o lavoro in ambiti civili che andavano da tre mesi a un anno. È un programma che però non ha mai riscosso tanto successo, e che costava tantissimo.

Emmanuel Macron con il capo di stato maggiore Fabien Mandon a novembre del 2025 (ANSA/Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM)
La reintroduzione di un servizio militare più classico è appoggiata dalla maggioranza dei partiti francesi. È sostenuta dall’estrema destra del Rassemblement National, il cui leader Jordan Bardella sostiene che l’abolizione del servizio obbligatorio nel 1997 da parte del presidente conservatore Jacques Chirac sia stata un «errore». È però favorevole anche, fra gli altri, il Partito Socialista. Negli scorsi giorni il suo leader Olivier Faure aveva commentato la decisione (che non era ancora stata annunciata ufficialmente, ma ampiamente anticipata dai media) dicendo che «far credere che sia un’intera nazione a mettersi al servizio della propria difesa è un elemento di deterrenza e, in quanto tale, è un elemento importante».
Anche tra i cittadini francesi c’è un generale consenso per la reintroduzione di un qualche tipo di servizio militare. Secondo un sondaggio di IPSOS e dell’università di Ingegneria CESI, pubblicato a marzo del 2025, l’86 per cento dei francesi lo vorrebbe, anche se il sostegno scende al 53 per cento per il servizio militare obbligatorio. Fra le persone che hanno meno di 35 anni, ossia quelle che lo dovrebbero fare, il sostegno per il servizio militare obbligatorio scende al 41 per cento. Un altro studio pubblicato ad aprile del 2024 per il ministero della Difesa francese dalla sociologa Anne Muxel, vicedirettrice del centro di ricerca dell’università di Sciences Po, aveva rilevato che il 62 per cento delle persone intervistate che avevano fra i 18 e i 25 anni era favorevole alla reintroduzione del servizio militare obbligatorio.
Nonostante questo, negli ultimi giorni il tema ha alimentato diverse polemiche, specialmente a causa di un intervento del capo di stato maggiore dell’esercito Fabien Mandon, che il 18 novembre, al congresso dei sindaci francesi, aveva detto che la Francia doveva ritrovare la «forza d’animo per accettare di [farsi] del male per proteggere ciò che [è]» ed essere pronta ad «accettare di perdere i propri figli». Questa affermazione, unita a quella del presidente Macron sulla possibilità di mandare delle truppe in Ucraina una volta raggiunto un accordo di cessate il fuoco, aveva causato molte preoccupazioni e critiche, costringendo la portavoce del governo a rassicurare che «i nostri figli non combatteranno e non moriranno in Ucraina» e che la Francia avrebbe continuato ad avere un «esercito di professione».
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