La presenza del diavolo, negli Stati Uniti e in Abruzzo

«La destra Usa è sempre più ghiotta della simbologia satanica e apocalittica. Ma è un risveglio che riguarda tutte le latitudini. A me è tornata alla mente la pantàfica abruzzese: una donna dagli occhi demoniaci che si sedeva sulle persone addormentate e impediva loro di dormire bene. Mio nonno smise di incolparla quando per cena si limitò alle minestrine».

Hieronymus Bosch, La tentazione di Sant'Antonio, circa 1500, particolare (© Fine Art Images/Heritage Images via Getty Images)
Hieronymus Bosch, La tentazione di Sant'Antonio, circa 1500, particolare (© Fine Art Images/Heritage Images via Getty Images)
Daria Catulini
Daria Catulini

È ricercatrice e giornalista freelance. Dopo il dottorato in letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna, ha vinto una borsa alla Brown University e poi ha vissuto a Parigi. Ha pubblicato un libro su Andrea Zanzotto e articoli su Nazione Indiana, Inverso – Giornale di poesia, inGenere e riviste internazionali.

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A tredici anni annunciai ai miei genitori che non era mia intenzione ricevere il sacramento della cresima. Nell’arco di qualche giorno, questa mia confessione divenne una questione di dominio pubblico dopo che mia nonna ne parlò con Don Ferdinando, il prete del paese. Per farla breve, un pomeriggio lo trovai a casa mia, seduto sul divano assieme ai miei famigliari in una sorta di quadretto manzoniano anni Novanta. Dopo un preambolo in cui mi disse che aveva saputo della mia decisione, mi chiese a bruciapelo se credevo in Satana.

Feci uno sforzo grandissimo per non ridere e, con gentilezza, risposi che non credevo né in Dio né in Satana. Poi, come si fa durante gli interrogatori quando si riformula la domanda da una prospettiva diversa, mi chiese se a scuola c’era stato qualcuno che mi avesse trasmesso il germe dell’ateismo. Non usò proprio queste parole, voleva solo sapere chi mi avesse convinta a non credere in Dio e in Gesù. Risposi, sempre con garbo, che tutto quello che pensavo era farina del mio sacco. Poi, di nuovo, lasciando da parte Dio e Gesù, mi chiese se credessi nella Madonna. Terminata la conversazione, Don Ferdinando uscì di casa dubbioso, come se stesse già pensando a come risolvere questo primo caso di possessione demoniaca.

Ho ripensato a questo fatto guardando un video del canale Christianities? in cui Tucker Carlson, ex anchorman di CNN e Fox News e volto noto della destra americana, raccontava a un giornalista di essere stato:

«fisicamente sbranato nel sonno da un demone, qualcosa di invisibile che ha lasciato segni di artigli sui fianchi, che hanno preso a sanguinare».

Forse Carlson si era ispirato a una canzone abruzzese su Sant’Antonio Abate, ma è un’ipotesi impervia a causa della lontananza geografica.

«Lu demònie maledètte
je pescève dèntr a lù liètt
Sant’Antonie ce lù tròve
ce lu ‘mbìcche e ce le ‘nchiòve».

[«Il demonio maledetto
gli pisciava dentro il letto
Sant’Antonio ce lo trova
ce lo impicca e ce lo inchioda»].

Carlson recentemente ha anche dichiarato che Charlie Kirk è morto per aver detto la verità, come Gesù. La cerimonia in onore di Kirk, segno della crescente fusione tra cristianesimo conservatore e politica, si è trasformata in un trionfo del nazionalismo cristiano — «mai, nella storia recente, esponenti politici di primo piano avevano parlato così apertamente di Gesù», scrive What Matters di CNN.

Il suo talk show, Tucker Carlson Tonight, cancellato nel 2023 per diffamazione dopo aver diffuso la falsa notizia che Joe Biden fosse responsabile di brogli elettorali, ha contribuito a diffondere un’ideologia di destra incentrata su posizioni razziste e autoritarie, molto gradita ai suoi oltre quattro milioni di spettatori tra cui Donald Trump. Era stato Joe Biden a prendere le sembianze di un demone notturno e a mordere Carlson?

Un’interpretazione di questo incontro è stata fornita da Fr. Carlos Martins, prete esorcista di professione secondo cui l’incontro col demonio è stato uno stratagemma divino per risvegliare la coscienza religiosa di Tucker. Attraverso il male Dio ha voluto innescare un percorso che avesse come meta finale il bene. Dopo quell’evento traumatico, Tucker ha raccontato di aver riscoperto la Bibbia e la fede.

L’incontro notturno di Carlson mi ha fatto anche pensare alla pantàfica abruzzese: una donna spettrale dagli occhi demoniaci e di bianco vestita che può sedersi sulla persona addormentata e immobilizzarla. Così il folklore ha interpretato il fenomeno della paralisi nel sonno, spesso dovuto ad abbuffate mal digerite o, secondo i medici, alle apnee notturne. Mia zia mi ha raccontato che mio nonno smise di incolpare la pantàfica quando per cena – dietro prescrizione dei medici – si limitò alle minestrine.

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I modi di manifestarsi del diavolo, spiega l’esorcista sul canale YouTube Capturing Christianity, sono imprevedibili: sono capaci di sferrare attacchi fulminei nascondendosi in una tazza di caffè lanciata in mezzo a una stanza o in quadro che cade da una parete. Quando l’attacco è sia fisico che mentale, c’è il rischio di una possessione. Però, l’architetto di tutto è sempre Dio, spiega. È lui che conferisce potere al diavolo.

Quando Faust chiede a Mefistofele chi sia davvero dopo essere stato testimone delle sue trasmutazioni, quest’ultimo per Goethe risponde con la celebre frase: «Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene». Come si sa, risale alla notte dei tempi la tendenza a rappresentare il principio maligno attraverso diavoli e demoni. Anche Don Ferdinando, sorridendo dal mio divano, aveva esemplificato il manicheismo cristiano-cattolico attraverso le figure di Dio e di Satana.

I discorsi dei leader della destra Usa fanno pensare che la cultura americana contemporanea sia sempre più ghiotta della simbologia satanica e apocalittica. Ma sembra che il risveglio di un pensiero religioso associato alla presenza diabolica e alle pratiche esorcistiche riguardi un po’ tutte le latitudini. Secondo l’Associazione internazionale degli esorcisti, l’Italia è il paese in cui si conta il maggior numero di preti esorcisti. Nello studio Esorcismo e possessione nell’Italia contemporanea: un’analisi storico-antropologica (Diacronie, 2019) si legge:

«L’esorcismo è diventato l’orizzonte rappresentativo di un’angoscia sociale che non è più quella del dopoguerra e della Guerra fredda, ma di altri disagi esistenziali e ampiamente legati alla storia dell’Italia e dell’Europa contemporanea».

In Italia, come in America, è stato di grande rilievo il movimento religioso carismatico, che ha contribuito, dagli anni Ottanta in poi, alla diffusione dell’idea che il diavolo non sia un’entità astratta ma «una presenza attiva e reale». Mio zio Cesare, che vive in Inghilterra, mi scrive in abruzzese su WhatsApp che «lu djàvul n’dòrme màje» (il diavolo non dorme mai).

Tornando al panorama americano, bisogna nominare un personaggio assai più influente di Carlson, cioè Peter Thiel, il primo a finanziare le campagne di Donald Trump e a scommettere su J.D. Vance. Oltre ad essere stato cofondatore di PayPal con Elon Musk, Thiel ha creato l’azienda Palantir, il più solido «alleato della Difesa americana poiché fornitore di software di controllo digitale, di analisi dei big data e di strumenti di AI per lo sviluppo bellico» (il Manifesto del 13 settembre).

Ebbene, Peter Thiel sembra ossessionato dall’Anticristo, a cui a settembre a San Francisco ha dedicato una serie di incontri finanziati con denaro pubblico, suscitando la protesta di attivisti vestiti da diavoli. Rispetto al racconto naïf di Carlson sull’incontro notturno con il demonio, il discorso di Thiel si spinge oltre e ci fa da assist per chiederci come mai sempre più persone sentano il bisogno di recuperare una narrazione apocalittica o una visione imperniata su principi metastorici – per usare un termine caro all’antropologo Ernesto De Martino.

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I principi del bene e del male, quando usati in senso assoluto, permettono di uscire dalla dimensione contingente della nostra esistenza, soprattutto quando certi eventi sono troppo complessi da sviscerare in termini razionali. Il discorso di Thiel, per il quale l’Islam, la Cina e l’ambientalismo di Greta Thunberg sono spie della presenza del male, si sorregge su vari elementi. Uno di questi è la retorica della perdita dell’identità, che si lega con una «discorsività teologica-politica che percepisce l’altro come pericoloso, come elemento sospetto e portatore di minaccia» (Diacronie, 2019).

Sebbene la secolarizzazione di concetti teologici non sia una novità, come già Carl Schmitt aveva teorizzato in Politische Theologie (1922), gli interscambi tra politica americana e radicalismo religioso sono oggi sempre più fitti. Ripercorrendone una storia sommaria, si può citare l’«Apocalisse nucleare» e l’“Armageddon” di Ronald Reagan, il quale aveva definito l’URSS come «evil empire» Si può pensare alla «crociata contro il Male» indetta da George W. Bush contro il terrorismo islamico, presto trasformata a livello mediatico in una battaglia epocale contro la cultura musulmana.

Se la paura dell’Altro esiste da sempre, così come la sua demonizzazione, oggi di nuovo c’è che gli uomini più influenti del pianeta hanno abbracciato, più o meno consapevolmente, una narrazione teologica e esoterica per offrire agli altri e a se stessi un’interpretazione rassicurante di un mondo non solo complesso ma sempre più dematerializzato, tecnologico, infinitesimale.

Quando si dice “demone”, forse si cerca un linguaggio per indicare qualcosa con cui il soggetto non è in grado di trattare autonomamente. Un esempio di ciò è l’atteggiamento dello stesso Peter Thiel verso il tema dell’AI, vista in maniera ambivalente, immaginata o con tratti diabolici o con risvolti salvifici in base alle circostanze. Essendo un fenomeno di cui è ancora difficile calcolare le conseguenze, Thiel si serve di una scorciatoia cognitiva postulando «il massimo del bene o il massimo del male», come scrive Alessandro Aresu in Geopolitica dell’intelligenza artificiale.

Infatti, nonostante Palantir si serva dell’AI e della tecnologia più avanzata, Thiel si dichiara spaventato dalle sue potenzialità illimitate e immagina una soluzione estrema che alla fine, però, non lo soddisfa, anzi lo allarma: «cosa facciamo con l’AI? Serve una governance globale del calcolo. Serve un governo unico mondiale che controlli tutti i computer, che registri ogni singola digitazione, così da impedire a chiunque di programmare un’AI pericolosa. E mi chiedo se questo non significhi passare dalla padella alla brace». Per questa sua conversione da aperto sostenitore dell’iniziativa individuale a ideologo di un assolutismo tecnologico Thiel è stato preso in giro all’interno degli ambienti Maga.

Il panorama politico americano affiliato al “Make America Great Again e a Donald Trump si serve di un armamentario simbolico-religioso preso in prestito dai movimenti cristiani radicali. Il risultato è che i discorsi politici, svuotandosi di politica, rispondono a un gioco manipolatorio il cui fine è quello di convincere il popolo del bisogno di un «nuovo governo mondiale totalitario e tecnologico» americano per usare le parole di un’intervista di Thiel al New York Times.

Sarebbe impossibile enumerare tutte le circostanze in cui i fedeli di Trump si sono serviti della metafora diabolica. Uno degli ospiti invitati a parlare nel podcast prodotto dal defunto Charlie Kirk era stato Jonathan Cahn, presentato come profeta dell’Apocalisse e seguace del movimento cristiano carismatico. Secondo Cahn era stato Joe Biden a mettere gli USA sotto una «demonic possession» quando la Casa Bianca si era illuminata dei colori dell’arcobaleno per celebrare il Respect for Marriage Act (2022), una legge che conferisce una base legale ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e a quelli interrazziali. Quando una nazione come l’America si lascia corrompere dai demoni, spiega, «Satana torna sotto forma di aborto». E i demoni, chiarisce Cahn, non sono altro che «i luogotenenti terrestri di Satana». La gerarchia del maligno è presto chiarita.

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Il momento saliente della demonologia contemporanea americana coincide con gli anni Ottanta-Novanta, quando iniziò a circolare la notizia (poi rivelatasi falsa) di abusi sui bambini nell’ambito di rituali satanici organizzati da educatori e insegnanti, accusati anche di bere sangue e cannibalismo. Come nota la sociologa Mary de Young in The Day Care Ritual Abuse Moral Panic, nel 2017 QAnon ha riciclato questa bufala degli anni Ottanta sostituendo gli insegnanti con un’élite pedofila globale che in nome di Satana abusa, durante i riti, dei bambini da cui verrebbe sottratto l’adrenocromo, un composto chimico. Nella rivisitazione cospirativa di QAnon tra i membri di questa élite ci sarebbero anche gli esponenti del Partito Democratico americano (si veda anche il Pizzagate).

Oltre al cristianesimo carismatico, a fungere da serbatoio di spunti teologici per la destra americana è la Nuova Riforma Apostolica, una corrente basata sull’idea che esista una guerra tra Dio e Satana. Tramite un terminologia bellica, i fedeli vengono presentati come “esercito di Dio” o “armata della luce” il cui compito è rivendicare il Regno e sconfiggere il male.

Risulta facile trasmutare questi termini nel discorso politico sostituendo il generico male con un avversario specifico. Nel 1994, in Arguing the Apocalypse, Stephen O’Leary descrive l’apocalisse come forma di retorica politica che semplifica lo scontro in Bene/Male e mobilita le masse. La logica apocalittica è performativa: crea senso di urgenza, polarizzazione, mobilitazione.  Del resto, il carburante ideologico che ha prodotto l’assalto a Capitol Hill del 2021 proviene da questa tendenza a ragionare per dicotomie.

Il diavolo, che non conosce limiti di spazio e tempo, è arrivato anche in Europa. Tempestiva è stata l’azione dell’eurodeputata rumena di estrema destra Diana Iovanovici Sosoaca, la quale nel 2024 ha proposto di far benedire il Parlamento Europeo da un sacerdote. Nota per le sue posizioni negazioniste sul Covid e per le proteste clamorose in aula, ha più volte definito le istituzioni europee “infestate da Satana”. I riti scaramantici di Sosoaca mi hanno fatto ricordare di un oggetto: la scopa. Bisognerebbe piazzare una scopa capovolta in modo da distrarre le presenze maligne. Anche la pantàfica può essere ingannata in questo modo perché si diverte a contare le setole dimenticando il resto.

La colpa è sempre del diavolo era intitolata un’opera di Dario Fo del 1965. Un po’ di anni dopo mia nonna usò un’espressione simile quando in paese fu organizzato un festival di death metal durante il quale una band finlandese bruciò un crocifisso. Durante i tre giorni di quell’evento, mia nonna e altri anziani del paese abusarono di sonniferi in modo da non sentire i growl provenienti dal palco. Il male in quell’occasione era uscito dalle coscienze individuali e aveva assunto una forma visibile. Poteva finalmente essere nominato e collocato fuori dal proprio sé. Il vantaggio che ne trassi fu che questo evento spostò l’attenzione dal mio ateismo verso quelle presenze diaboliche discese dal Nord Europa.

Dopo che in paese fu tornata la normalità, mia nonna recitò una litania per scacciare le ultime tracce del male:

«Je me coreche a lu lètte nghé sije angele chè m’aspètte, tré da pite e trẻ da cape, San Giuseppe m’é lu patre e la Madonne m’é la matre, tirèt’arrète faccia nère ca nghe mé ce sta lu Dijè e lu Dijè è Sande, nel nomè del Padre dè lu Fijè e dè lu Spirite Sande».

[«Io mi metto a letto con sei angeli che mi aspettano. Tre ai piedi e tre sulla testa. San Giuseppe è mio padre e la Madonna mia madre. Fatti indietro faccia nera che con me c’è Dio. E Dio è santo, nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo»].

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