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  • Martedì 25 novembre 2025

Perché il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Fu scelta nel 1999 dall'ONU per ricordare un brutale episodio, poco noto in Italia

Una partecipante alle manifestazioni del 25 novembre del 2024 a Milano (AP Photo/Luca Bruno)
Una partecipante alle manifestazioni del 25 novembre del 2024 a Milano (AP Photo/Luca Bruno)
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Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. È una data in cui sin dagli anni Ottanta ci sono manifestazioni in tutto il mondo, e fu scelta dalle attiviste (e poi nel 1999 ufficialmente anche dall’ONU) per ricordare un episodio di violenza contro le donne molto noto nella storia sudamericana, e decisamente meno altrove: l’assassinio di tre sorelle – Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa Mirabal Reyes – compiuto il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, per volere dell’allora dittatore del paese, Rafael Trujillo.

Le tre sorelle erano attiviste contro il regime, e furono picchiate a morte da uomini dei servizi segreti. La loro uccisione innescò proteste talmente estese che portarono all’assassinio di Trujillo e alla caduta del regime. Oggi le tre sorelle Mirabal Reyes sono considerate figure centrali della storia della Repubblica Dominicana, simboli internazionali dell’attivismo politico delle donne, e ovviamente vittime della violenza di genere.

Erano nate fra gli anni Venti e Trenta in una famiglia piuttosto agiata della provincia di Salcedo, nel nord del paese. Il padre era un uomo d’affari e un proprietario terriero che perse gran parte delle proprietà quando nel 1930 salì al potere con un colpo di Stato il generale Rafael Trujillo.

Trujillo governò il paese per oltre trent’anni e il suo regime fu uno dei più sanguinosi nella storia del Sudamerica. Era animato da un forte anticomunismo, promosse un culto della sua persona e attuò una repressione costante e violenta di ogni opposizione: si stima che il suo regime abbia ucciso oltre 50mila persone.

In questo contesto le tre sorelle, istruite e impegnate politicamente, dal 1949 diventarono attiviste contro il regime. In particolare María Argentina Minerva e Antonia María Teresa, le quali si dettero come nome di battaglia Mariposas, che in spagnolo significa farfalle. Con i mariti entrarono in un movimento rivoluzionario, che però a gennaio del 1960 fu scoperto dalla polizia e smantellato: le sorelle e i loro mariti furono incarcerati come pericolo per la sicurezza nazionale. Alcuni mesi dopo le due sorelle furono liberate, mentre i mariti restarono in carcere.

Le sorelle Mirabal Reyes (ANSA)

Il 25 novembre del 1960 María Argentina Minerva e Antonia María Teresa andarono a visitare i mariti in carcere: di solito portavano con sé i figli, in quella occasione furono invece accompagnate dalla sorella Patria Mercedes e dall’autista Rufino de la Cruz. I servizi segreti avevano messo a punto da almeno un paio di settimane un piano per ucciderle, ma lo avevano sempre rimandato per la presenza dei bambini. Quel giorno invece intercettarono l’auto delle sorelle mentre tornavano a casa: le tre donne e l’autista furono portate in una casa, dove alcuni agenti le picchiarono e le strangolarono. Poi riposizionarono i cadaveri sull’auto che fu fatta cadere in un burrone, simulando un incidente.

Il brutale omicidio delle sorelle, l’ennesimo degli oppositori politici di Trujillo, fu scoperto e isolò ancora di più il regime dalla comunità internazionale. Le proteste interne crebbero e Trujillo perse il sostegno di ampi settori della società dominicana, compresa parte dell’esercito. Sei mesi dopo il dittatore fu ucciso in un’imboscata a bordo della sua auto.

La quarta sorella, Bélgica Adela Mirabal detta Dedé, è morta per cause naturali nel 2014: non era impegnata politicamente, ma dedicò la sua vita a tenere viva la memoria delle altre tre e crebbe i loro sei figli. Suo figlio Jaime David Fernández Mirabal è stato ministro della Repubblica Dominicana, mentre Minou Tavárez Mirabal, figlia di María Argentina Minerva, è stata deputata in parlamento.