Il candidato “free vax” che è stato sorprendentemente eletto in Veneto
Riccardo Szumski, medico radiato dall'ordine per le sue posizioni sui vaccini, ha preso più del 5 per cento a livello regionale

Uno dei risultati più sorprendenti di queste elezioni regionali è stato quello del candidato presidente Riccardo Szumski in Veneto: la sua lista “Resistere Veneto” ha preso il 5,1 per cento ed è stata l’unica a superare la soglia di sbarramento tra quelle fuori dalle grandi coalizioni (un politico molto più noto a livello nazionale come Marco Rizzo, ex europarlamentare ed ex segretario del Partito Comunista, ha per esempio superato di poco l’1 per cento con la sua lista Democrazia Sovrana Popolare). Con questo risultato ha eletto due consiglieri regionali (uno dei quali sarà ovviamente lo stesso Szumski).
Nelle zone in cui vive le percentuali sono anche molto maggiori: a Santa Lucia di Piave, piccolo comune di 9mila abitanti di cui è stato sindaco per due volte, Szumski è stato il candidato più votato con il 43 per cento. Nell’intera circoscrizione di Treviso, dove si trova Santa Lucia, ha preso più del 10 per cento.
Szumski ha 73 anni, è nato in Argentina ma ha origini polacche. Si definisce un medico “free vax”, cioè contrario all’obbligo vaccinale (e al green pass durante il coronavirus), e per questo è stato radiato dall’ordine dei medici. Lui però, come hanno fatto anche altri medici sanzionati per le loro posizioni sui vaccini, ha presentato ricorso contro la radiazione e ha continuato a esercitare come medico di base. Durante la pandemia è diventato un punto di riferimento per molte persone contrarie ai vaccini e alle politiche sanitarie obbligatorie, raccogliendo il consenso di chi non si sentiva rappresentato dai partiti più tradizionali. Nel 2022 ha fondato l’associazione Resistere con Szumski, da cui ha preso il nome la lista con cui si è candidato alle regionali.
Lucio Chiavegato, esponente della lista di Szumski, ha detto a Radio Veneto24 che quello che hanno ottenuto «è un voto di persone che altrimenti non sarebbero andate a votare», di persone disilluse dal centrodestra e dal centrosinistra, che ha definito «due facce della stessa sporca medaglia».
Uno dei punti principali della campagna elettorale di Szumski è stata proprio la sanità. Nel suo programma sostiene che la tutela della salute pubblica sia solo un pretesto per controllare la popolazione e favorire gli interessi economici di grandi aziende sanitarie. Per questo dice di essere contrario all’imposizione di obblighi in ambito sanitario.
Oltre alle posizioni sui vaccini per cui è più noto, è probabile che gli elettori di Szumski abbiano apprezzato anche il suo appoggio convinto all’autonomia regionale. In passato è stato vicino alla Liga Veneta, movimento indipendentista poi confluito nella Lega Nord (l’attuale Lega) che si opponeva allo Stato centrale identificato con Roma: non a caso, in molti suoi discorsi pubblici chiama Venezia «capitale».
Szumski ha sostenuto molte iniziative a difesa dell’identità veneta, a partire dalla lingua. Mentre era sindaco di Santa Lucia di Piave, per esempio, ha fatto scrivere certificati di nascita e matrimonio in veneto ed è stato criticato dall’ordine dei Medici per aver compilato alcune ricette in dialetto. Sempre nel suo programma elettorale, Szumski ha scritto di avere intenzione di introdurre la lingua veneta nelle scuole e di voler coniare una moneta veneta parallela all’euro per stimolare l’economia locale.
Szumski è riuscito a ottenere molti voti con una campagna elettorale semplice e piuttosto sobria, basata sulla vicinanza al territorio e sul sostegno delle persone che gli erano già vicine. Intervistato al programma “Te lo do io il Veneto” di Radio Veneto24, Szumski ha detto di aver potuto raccogliere le 30mila firme necessarie per candidarsi alle elezioni «con quattro gatti e tanta volontà». Alla fine della campagna elettorale non ha tenuto comizi, ma ha proposto un pellegrinaggio alla basilica della Madonna della Salute, a Venezia. Non ha aspettato i risultati degli scrutini in una sede particolare, come solitamente fanno i politici in queste occasioni, ma nel suo ambulatorio di Santa Lucia di Piave.
Forse anche per questo il risultato ottenuto è apparso ancora più sorprendente. Chi invece non si è definito stupito è Giovanni Manildo, candidato presidente del centrosinistra: secondo lui Szumski «ha intercettato sacche di rabbia», ottenendo un risultato che per Manildo è da tenere presente per le prossime elezioni parlamentari nel 2027.



