Donald Trump ha firmato la legge per rendere pubblici i documenti raccolti durante i processi a Jeffrey Epstein

Donald Trump ha firmato la legge per rendere pubblici i documenti raccolti durante i processi a Jeffrey Epstein, il finanziere accusato di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni che si suicidò in prigione nel 2019. Secondo una diffusa teoria questi documenti dimostrerebbero il coinvolgimento di importanti personaggi della politica statunitense, fra cui lo stesso Trump: quelli diffusi finora però non contenevano grandi rivelazioni o novità sul suo rapporto con Epstein (che è noto e ben documentato). Martedì, con il sostegno di Trump che dopo essersi opposto alla pubblicazione aveva cambiato idea, entrambi i rami del Congresso statunitense avevano approvato la legge.
La legge dà alla procuratrice generale degli Stati Uniti Pam Bondi (che dirige il dipartimento della Giustizia) 30 giorni di tempo per pubblicare i documenti, in un formato che consenta alle persone di scaricarli e fare ricerche all’interno. La legge riconosce comunque la possibilità che il dipartimento trattenga o oscuri parti dei documenti con informazioni personali ritenute non rilevanti per il caso. Infine potrà bloccare temporaneamente la pubblicazione di quelli che interferiscono con indagini o processi in corso: questo potrebbe comportare ritardi dopo che Trump, nel tentativo di sviare l’attenzione, aveva chiesto di indagare sui presunti legami tra Epstein e i Democratici.
– Leggi anche: Gli “Epstein files”, dall’inizio


