Il rapporto tra anziani e smartphone è ancora poco studiato
I benefici sono piuttosto noti, ma i rischi legati all'abuso di social e giochi esistono come nei giovani, se non di più

Stando su un mezzo pubblico ci si può facilmente accorgere che non sono necessariamente i più giovani a passare il loro tempo guardando lo smartphone. I gruppi di quartiere su Facebook, gli aggiornamenti di stato su WhatsApp, giochi come Candy Crush o il solitario sono spazi dell’internet mobile frequentati in prevalenza da persone sopra una certa età, ma anche lo scroll infinito sui Reel di Instagram o TikTok – fino al doomscrolling – è ormai un’abitudine che riguarda comunemente persone sopra i 60 anni.
Gli anziani sono la fascia di età in cui è aumentato di più l’utilizzo del telefono cellulare tra il 2023 e il 2024, secondo l’Istat. E sebbene non ci siano dati relativi all’Italia, un sondaggio condotto in Regno Unito nel 2024 dice che i britannici con più di 65 anni trascorrono ormai più di tre ore al giorno su uno smartphone, computer o tablet. È la metà del tempo trascorso dalla fascia di popolazione 18-24 anni, ma come riporta l’Economist se lo si aggiunge a quello passato davanti alla televisione sono le persone in età pensionabile quelle che ogni giorno trascorrono più tempo davanti a uno schermo.
Eppure gli studi che analizzano l’abuso dello smartphone e di internet, insieme alle sue conseguenze sulla salute, si concentrano soprattutto sulle fasce più giovani della popolazione – in particolare adolescenti, preadolescenti e bambini – perché considerate le più coinvolte dal fenomeno e le più esposte ai rischi che riguardano lo sviluppo psicologico, cognitivo e identitario. Sul rapporto tra le persone anziane e gli smartphone si sa molto meno.
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Le cose però stanno iniziando a cambiare. «Ci si è accorti che la popolazione media invecchia, e quindi gli anziani stanno diventando “più interessanti”, perché per alcuni paesi rappresentano sempre di più una percentuale rilevante» dice Simone Carlo, ricercatore di scienze politiche sociali dell’Università Cattolica.
Carlo spiega però che contrariamente alla letteratura scientifica che studia in genere gli aspetti critici del rapporto dei giovani con la tecnologia, la maggior parte delle ricerche che fino ad oggi si sono occupate degli anziani hanno sottolineato i lati positivi: «persiste una forma di “tecno-entusiasmo” nel modo in cui viene percepita la nuova generazione di anziani che si sta progressivamente avvicinando alle tecnologie digitali».
Questo perché molte ricerche in passato hanno dimostrato i benefici di un utilizzo maggiore della tecnologia tra gli anziani, sia per mantenere i contatti con famigliari e amici, sia per accedere a vari servizi utili, sia per stimolare e allenare il proprio cervello. Ma i rischi di abusare dello smartphone e specialmente di alcuni giochi online o dei social media riguarda tanto le persone anziane quanto le più giovani.
Anzi, può essere peggio per gli anziani. I più giovani infatti hanno generalmente maggiore consapevolezza dei funzionamenti degli strumenti digitali, dei meccanismi di internet e dei social, e peraltro si sentono ripetere di continuo che usano troppo il telefono. È più normale che un giovane conosca concetti come algoritmi, tracciamento dei dati, microtargeting e privacy online, mentre non è così scontato che valga lo stesso per le persone più anziane. Messo di fronte alla potenza dell’algoritmo di TikTok, insomma, una persona anziana può essere presa molto più alla sprovvista sul perché quello che le viene proposto è così attraente e affine ai suoi gusti.
Questo aspetto è particolarmente problematico perché, come dice Carlo, gli anziani non hanno sempre figure di riferimento che li guidano nell’uso del cellulare e degli altri strumenti tecnologici. A differenza degli adolescenti e dei bambini, che sono tendenzialmente molto più controllati da genitori e insegnanti, e su cui esistono da tempo filosofie di educazione più o meno rigide.
Anche il fatto che online circolino sempre più spesso contenuti generati con intelligenza artificiale è un problema, sia per quanto riguarda la fruizione stessa di internet e di cosa le persone anziane possono leggere e vedere – per esempio video deepfake che imitano notiziari o fotografie e video di ogni genere – ma soprattutto per le truffe che potrebbero subire.
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Esattamente come per le persone più giovani, passare troppo tempo sui dispositivi come smartphone o tablet può indurre le persone anziane a partecipare di meno ad attività sociali nella vita reale e quindi a isolarsi più facilmente. E la solitudine è una condizione che riguarda in modo particolare questa fascia della popolazione, perché con l’età si riducono le reti sociali, si perdono gli affetti e aumenta il tempo libero. Un uso o un attaccamento eccessivo al telefono e in particolare ai social network potrebbe quindi contribuire ad accentuare non solo il senso di sedentarietà, ma anche quello di isolamento, anziché alleviarlo.
È un effetto che sembra in parte quello legato a un consumo prolungato della televisione, anche se usare il telefono o il tablet per attività sui social e di casual games (e in particolare i puzzle games, dove è richiesto di mantenere l’attenzione e risolvere un compito) include un grado maggiore di intrattenimento attivo, dice Carlo.
Dall’altra parte Daniela Villani, professoressa di Psicologia all’Università Cattolica, dice che i rischi dell’abuso di questi dispositivi emergono soprattutto quando l’uso della tecnologia subentra nella vita di una persona anziana solo per cercare di compensare fragilità e difficoltà che già esistono.
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«Se l’anziano è già una persona soddisfatta della sua vita, e ha a sua disposizione delle risorse e una rete familiare e amicale positiva, allora anche l’utilizzo dei social andrà probabilmente in una direzione positiva, cioè andrà a sostenere delle basi che già sono presenti. Se invece un anziano è molto ansioso, o è in uno stato di depressione, allora il rischio è effettivamente che si vada in una direzione un po’ più disfunzionale dell’uso dei social, in cui questo cerca di compensare degli stati affettivi che sono negativi».



