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  • Domenica 16 novembre 2025

La manifestazione di Fratelli d’Italia contro le piste ciclabili a Roma si è rivelata insostenibile

Le macchine erano troppe, e gli organizzatori hanno deciso di non far partire il corteo

L'autobus degli organizzatori della manifestazione
L'autobus degli organizzatori della manifestazione (Matilda Ferraris/Il Post)
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La delegazione romana di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, aveva organizzato per domenica pomeriggio una protesta in automobile contro le politiche sulla mobilità cittadina del sindaco Roberto Gualtieri, del Partito Democratico, e in particolare contro le piste ciclabili che «proliferano, tolgono parcheggi, riducono le carreggiate e creano molto più inquinamento» (un’affermazione, quest’ultima, smentita dalle esperienze di altre città).

Di questa protesta si era parlato nei giorni scorsi perché i manifestanti erano stati invitati a partecipare a bordo delle proprie automobili. L’idea era partire in corteo alle 16:30 da piazza Nervi, davanti al palazzetto dello sport, e arrivare in viale XVII Olimpiade (dal sud al nord di Roma). Il corteo però non c’è stato: il presidente della delegazione romana di FdI, il deputato Marco Perissa, ha detto che le auto pronte a partecipare al corteo erano troppe: «Mettere in corteo 300 macchine significherebbe paralizzare l’intera città, non era questo l’obiettivo». Sui social Fratelli d’Italia ha poi scritto che è stata la questura a bloccare il corteo perché erano state autorizzate soltanto cento auto.

Il presidio è quindi rimasto lì dov’era, con un po’ di disappunto generale. Dal pullman rosso a due piani si sono susseguiti vari interventi che tra le altre cose criticavano i provvedimenti del comune sulla mobilità.

La manifestazione era infatti intitolata “Sfilata in macchina” e aveva come slogan «NO ZTL, NO CICLABILI INUTILI, NO CITTÀ 30 SENZA CRITERIO». Gli slogan si riferiscono alle recenti decisioni prese da Gualtieri per rendere più sostenibile la mobilità: gli investimenti per ampliare e moltiplicare le piste ciclabili, l’introduzione di limiti alla circolazione in città per i veicoli più inquinanti e, a partire dal 2026, l’estensione del limite di velocità di 30 chilometri orari a tutta la zona a traffico limitato (ZTL) del centro storico.

I provvedimenti di Gualtieri sono coerenti con le politiche sulla mobilità adottate da varie città europee, che cercano di migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre al contempo le emissioni inquinanti provocate dai trasporti. Ma sono stati introdotti in una grande città in cui molte persone hanno poca fiducia nel buon funzionamento dei mezzi pubblici, e in cui quindi continuano a utilizzare l’automobile.

Secondo un rapporto pubblicato dall’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) nel 2024, Roma è tra le città italiane in cui c’è più insoddisfazione per i mezzi pubblici (insieme a Perugia; Milano, Trieste e Bolzano sono invece le tre città in cui il grado di soddisfazione è più alto). Inoltre, a Roma, è da anni in corso la costruzione di una nuova linea della metropolitana, la linea C, un’opera ancora incompleta (i lavori sono iniziati nel 2007, diciotto anni fa).

Nell’annunciare la protesta, Fratelli d’Italia ci ha messo dentro un po’ di tutto: non solo i mezzi pubblici che non funzionano (il partito ha parlato di «mobilità al collasso»), ma anche quella che ha definito «la libertà di scegliere» con che mezzo muoversi da parte delle persone, libertà che a dire del partito il centrosinistra vorrebbe limitare.