Il Bataclan dopo il Bataclan
Negli ultimi dieci anni la celebre sala da concerti di Parigi ha provato a riprendersi tra nuove misure di sicurezza, cambi di proprietà e una programmazione diversa

Prima della sera del 13 novembre del 2015, quando al suo interno tre terroristi affiliati allo Stato Islamico uccisero 90 persone e ne presero in ostaggio un centinaio per circa due ore, il Bataclan era già uno dei posti più conosciuti della vivace scena musicale parigina. L’edificio che lo ospita da più di mezzo secolo, costruito dall’architetto Charles Auguste Duval e riconoscibile per la sua facciata ispirata alle pagode cinesi, era stato inserito tra i monumenti d’interesse storico già nel 1991.
Si affermò come una delle sale da concerti più famose della città a partire dagli anni Settanta, quando i suoi risicati spazi cominciarono a ospitare musicisti e gruppi rock di fama internazionale. Suonavano in un’atmosfera insolitamente intima, davanti a poco più di un migliaio di persone, e spesso sfruttavano l’occasione per deviare dal loro repertorio abituale.
Poteva capitare di vedere Prince cantare a squarciagola le canzoni dei Led Zeppelin e Jeff Buckley interpretare dei classici di Edith Piaf. Oppure assistere al primo concerto di Lou Reed, John Cale e Nico dopo lo scioglimento dei Velvet Underground. Ma ci suonarono anche i Roxy Music, i Genesis, Captain Beefheart, i New York Dolls, i Talking Heads, i Ramones, gli Stranglers e i Motörhead, solo per citarne alcuni.
Oggi l’identità del Bataclan è un po’ diversa, per vari motivi. Anzitutto, non è più soltanto un famoso locale di musica dal vivo, ma anche un luogo della memoria. Capita spesso che i passanti si fermino davanti al locale per lasciare fiori, messaggi o per fermarsi un momento in silenzio, e ogni anno vi si tengono momenti commemorativi ufficiali, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e delle famiglie delle vittime.
L’altro grande cambiamento riguarda la proprietà del locale: nel 2021 il comune di Parigi lo acquistò dal gruppo Lagardère, una società con partecipazioni nel campo editoriale, nei media e nell’industria aerospaziale, per circa 1,4 milioni di euro. Questa acquisizione da un lato ha rafforzato ulteriormente il valore simbolico del Bataclan, ma dall’altro ha modificato in parte la sua fisionomia, che oggi non coincide più soltanto con l’immaginario rock che l’aveva definito per decenni.
Già prima degli attentati, il Bataclan stava attraversando un periodo di grandi difficoltà finanziarie. Due mesi prima lo storico proprietario del locale, l’imprenditore francese di origini ebree Joël Laloux, aveva venduto le sue quote al gruppo Lagardère.
Dopo gli attacchi il locale rimase chiuso per un anno, durante il quale furono completati i lavori di ristrutturazione della pavimentazione, degli interni e degli impianti elettrici. Riaprì il 12 novembre del 2016 con un concerto di beneficenza di Sting, che destinò i ricavi a due associazioni di rappresentanza delle famiglie delle vittime, a cui nelle settimane successive seguirono quelli di Pete Doherty e Marianne Faithfull.
La ripartenza non fu semplice: oltre al ricordo dell’attentato, che continuava a pesare e a tenere lontano parte del pubblico, il locale dovette predisporre procedure di sicurezza molto più rigide, che resero la gestione complessivamente più impegnativa.
Tuttavia, dopo qualche mese di titubanza, il Bataclan tornò a ospitare regolarmente concerti e ad attrarre gruppi e musicisti di rilievo. Fino al 2019 vi suonarono nomi importanti come i Machine Head, storico gruppo statunitense di groove metal, e gli Idles, una delle band più rilevanti della nuova scena post-punk inglese, che nell’inverno del 2018 registrarono proprio al Bataclan uno dei loro concerti più noti, poi pubblicato come album dal vivo.
Il Bataclan attraversò un nuovo periodo di crisi nel 2020, quando dovette chiudere nuovamente a causa della pandemia di COVID-19. In quel contesto, l’acquisizione del locale da parte del Comune di Parigi divenne uno dei punti della campagna per la rielezione della sindaca Anne Hidalgo, che la presentò come un passo necessario per portare per la prima volta il Bataclan sotto controllo pubblico, sottraendolo alla gestione privata e integrandolo pienamente nel patrimonio culturale della città.
Oggi il locale è gestito dalla Paris Entertainment Company (PEC), società controllata al 57 per cento dal comune di Parigi e al 43 per cento da AEG, una delle più grandi aziende statunitensi promotrici di concerti. La stessa società possiede anche due palazzetti di Parigi, l’Accor Arena e l’Adidas Arena.
Con la nuova gestione, il Bataclan sta acquisendo un’identità in parte diversa. In un’intervista data a Le Parisien, l’amministratore delegato di PEC Nicolas Dupeux ha raccontato che riposizionarsi dopo la chiusura è stato difficile. Convincere i musicisti a esibirsi al Bataclan è diventato più complicato rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda quelli francesi: «Serve un lavoro di discussione e persuasione importante per farli tornare», ha detto.
Se prima la fama del Bataclan era legata soprattutto ai concerti rock, dopo la pandemia Dupeux ha cercato di ampliare la programmazione a una maggiore varietà di generi e formati.
Per farlo ha nominato una nuova direttrice artistica, Hélène Calmels, che negli anni precedenti aveva curato l’offerta de La Machine du Moulin Rouge, un locale del XVIII Arrondissement specializzato principalmente in musica elettronica e posizionato accanto al più celebre Moulin Rouge. Calmels ha provato a rendere il Bataclan più eclettico e ad adattarlo a diversi tipi di pubblici, affiancando ai concerti rock serate di musica elettronica, rap, R&B e K-pop, nonché spettacoli di stand-up comedy ed eventi di musica classica.
Questa nuova direzione si nota anche osservando la programmazione dei prossimi giorni, che è in effetti piuttosto varia. Il 14 novembre si esibirà il musicista rock giapponese Hyde, il giorno successivo il rapper statunitense 2hollis, e a seguire Clyde e Gracie Lawrence, un duo newyorkese di musica soul. Il 18 sarà il turno degli Youngblood Brass Band, un gruppo di jazz sperimentale; il 19 toccherà al rapper francese Danyl, mentre il giorno dopo si esibirà KWN, una cantante R&B inglese.
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