Gisella Cardia, la “veggente di Trevignano”, sarà processata per truffa aggravata

Seguaci della Madonna di Trevignano nel terreno in cui si trova la statua, nel 2023 (ANSA/ GIULIA MARRAZZO)
Seguaci della Madonna di Trevignano nel terreno in cui si trova la statua, nel 2023 (ANSA/ GIULIA MARRAZZO)

Gisella Cardia, la cosiddetta “veggente di Trevignano”, è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata assieme al marito. Cardia, il cui vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, dal 2016 sostiene di ricevere messaggi dalla Madonna, e negli anni è riuscita a far nascere un culto attorno a lei e a una statua della Madonna a Trevignano, in provincia di Roma. Cardia è il cognome del marito, Gianni: i due, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto con l’inganno circa 300mila euro dai fedeli, fra le altre cose millantando apparizioni e altri miracoli, come il pianto di sangue della statua (il sangue si è rivelato essere di Cardia), e predicendo future catastrofi, da cui i seguaci della “veggente” però avrebbero potuto salvarsi grazie alla fede nella Madonna.

Il culto di Trevignano ha raccolto un significativo seguito popolare ma non è riconosciuto dalla Chiesa cattolica, che anzi ha giudicato Cardia inattendibile, né da qualunque altra istituzione religiosa. I soldi ricevuti dai fedeli sarebbero stati usati per acquistare il terreno dove si trova la statua e altri terreni agricoli nella zona, pagare alcune ristrutturazioni in casa dei Cardia e anche comprare un’automobile dal costo di 37mila euro.

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