Il santuario della Madonna di Trevignano dovrà essere smantellato

Risulta abusivo perché è in una zona agricola tutelata: intanto si indaga sulle truffe legate alle visioni di Gisella Cardia

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(Immagini Rai/Storie italiane)

Il comune di Trevignano Romano, in provincia di Roma, ha ordinato la demolizione del cosiddetto santuario della Madonna di Trevignano, su cui sta indagando la procura di Civitavecchia. L’indagine è iniziata in seguito a un esposto di un investigatore privato, secondo cui alcune persone sarebbero state truffate e convinte a versare ingenti somme di denaro da una donna di 53 anni, conosciuta come Gisella Cardia, anche se il suo vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla. Dal 2016 Scarpulla sostiene di ricevere ogni terzo giorno del mese messaggi dalla Madonna, e che una statuetta proveniente da Medjugorje versi lacrime di sangue. La statua e la teca che la protegge sono tra le strutture che il comune ha ordinato di smantellare.

L’ordinanza è stata pubblicata sull’albo pretorio del comune il 18 aprile. Il comune sostiene che l’area di proprietà dell’associazione “La Madonna di Trevignano Romano Ets” sia in una zona agricola tutelata perché compresa nel parco regionale di Bracciano e Martignano. Tecnicamente è un’area classificata come “paesaggio naturale agrario”: senza autorizzazioni, in queste aree non possono essere costruite strutture, nemmeno temporanee.

Il comune ha ordinato al responsabile dell’associazione, Gianni Cardia, marito di Scarpulla, di demolire o smantellare entro 90 giorni un «manufatto in legno con tetto, una teca in vetro con all’interno una statua della Madonna, una costruzione in legno con all’interno una statua votiva, 61 panche in legno e metallo, infisse nel terreno tramite staffe metalliche, palizzate in legno e corde con cartellonistica indicante aree di parcheggio veicoli».

Tutte le strutture che fanno parte del cosiddetto santuario risultano abusive. In una nota i legali che rappresentano l’associazione hanno scritto: «Abbiamo preso atto dell’ordinanza del Comune di Trevignano e stiamo preparando il ricorso al TAR», il tribunale amministrativo regionale. «Il sopralluogo dei vigili risale al 2021, ad oggi non ci risultano manufatti ancorati a terra, ma qualora ci venissero comunque contestati, provvederemo alla loro rimozione. Il basamento della teca della Madonna ad esempio è solo appoggiato non fissato a terra, così come le panche. In ogni caso dal momento della presentazione del ricorso al TAR, sarà quest’ultimo a decidere».

Prima di trasferirsi a Trevignano Romano Scarpulla viveva a Patti, in Sicilia, dove aveva un’azienda di ceramiche. Dopo il fallimento dell’impresa commerciale e una condanna per bancarotta a due anni, sospesa, si trasferì in provincia di Roma. Secondo il suo racconto, dopo un viaggio a Medjugorje insieme al marito portò a Trevignano una statua di ceramica della Madonna che iniziò a lacrimare sangue. La donna dice anche che la Madonna le appare lasciando messaggi per i fedeli e che ogni mercoledì delle ceneri, il giorno di inizio della Quaresima per i cattolici, le si formano ferite circolari sulle mani, le cosiddette stigmate.

Alla trasmissione di Mediaset Pomeriggio Cinque il marito di Scarpulla, Gianni Cardia, ha detto che sui muri della loro casa sono comparse «croci di sangue e scritte in aramaico» (la lingua che si parlava in Palestina ai tempi di Gesù). Le scritte sarebbero state tradotte con l’aiuto di un sacerdote e secondo Cardia significano «io sono la Trinità».

L’indagine della procura di Civitavecchia è stata aperta grazie alle testimonianze di alcune persone che dicono di essere state raggirate da Scarpulla. Uno di loro, Luigi Avella, sostiene di aver dato a Scarpulla 123 mila euro. Avella ha spiegato le ragioni della donazione dicendo: «Uscivo da un momento molto difficile dalla mia vita: mia moglie a causa di un brutto incidente stradale ha avuto problemi alla schiena e ha rischiato di rimanere paralizzata. Così, quando dopo un anno ho visto che ha ripreso a camminare bene ho voluto ringraziare la Madonna attraverso il sostegno alla ONLUS». Secondo Avella, Scarpulla si è sempre ostinata a sostenere «di essere in grado di far lacrimare sangue alla statua della Madonna» e «di essere in grado di moltiplicare pizze e gnocchi».

Avella iniziò a distaccarsi da Scarpulla e da suo marito quando fu nominato direttore dei lavori per la recinzione nel terreno dove sarebbero avvenute le apparizioni: «Essendo laureato in legge ho capito che le autorizzazioni non erano in regola e si stava commettendo un abuso».