Per i cittadini russi sarà più difficile ottenere visti per i paesi europei, come conseguenza dei sabotaggi attribuiti alla Russia

L'Alta rappresentante dell'Unione Europea, Kaja Kallas, lo scorso 23 ottobre
L'Alta rappresentante dell'Unione Europea, Kaja Kallas, lo scorso 23 ottobre (AP Photo/Francois Walschaerts)

La Commissione Europea ha reso più stringenti le regole con cui i cittadini russi possono ottenere visti per i paesi dell’area Schengen, la zona di libera circolazione di cui fanno parte quasi tutti i paesi dell’Unione più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. L’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Kaja Kallas, ha motivato la misura con ragioni di sicurezza e l’ha presentata come una diretta risposta ai sabotaggi e alle incursioni di droni, molto frequenti in queste settimane, che sono stati attribuiti alla Russia.

In base alle nuove regole, i cittadini russi non potranno chiedere visti validi per più ingressi nell’area Schengen, come potevano fare finora, ma dovranno rifare domanda ogni volta che intendono viaggiare e questo aumenterà i controlli. Il commissario alla Migrazione, Magnus Brunner, inoltre ha detto che le richieste saranno sottoposte a processi di verifica più approfonditi. Ci saranno eccezioni per dissidenti, giornalisti e attivisti per i diritti umani. Quanto ai controlli, i visti sono comunque competenza dei singoli paesi membri. Dopo l’invasione dell’Ucraina i visti concessi ogni anno a persone russe si sono ridotti da circa 4 milioni prima del 2022 a circa 500mila. Tra i paesi che hanno continuato ad approvarne di più c’è l’Ungheria, che ha un governo amico di quello russo.

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