La scuola ai tempi del registro elettronico
Secondo vari insegnanti e genitori negli anni ha reso le comunicazioni più stressanti, e gli studenti meno responsabili

La scorsa settimana il liceo “Ugo Foscolo” di Canicattì, in provincia di Agrigento, ha deciso di oscurare temporaneamente il registro elettronico ai genitori in modo che i voti non siano visibili subito, ma compaiano solo pochi giorni prima dei colloqui con i docenti. Il collegio docenti della scuola ha scritto in una circolare interna che spera che questa nuova modalità possa portare «un confronto e un monitoraggio più sereno del percorso di studio». È una delle prime scuole in Italia a introdurre una misura di questo tipo, ma non è la prima a notare il problema.
Il registro elettronico è una piattaforma virtuale che dal 2012 permette agli insegnanti di segnare voti, assenze, compiti e note disciplinari. Ha sostituito i vecchi registri cartacei: quello personale del docente, il registro di classe e il libretto dello studente, su cui dovevano essere firmate dai genitori le giustificazioni per le assenze e i ritardi. I genitori sul registro elettronico possono anche leggere le circolari e le comunicazioni scolastiche, e vedere i voti in tempo reale. Molti hanno la app sul telefono per gestire tutto e ricevere notifiche per ogni inserimento.
L’introduzione del registro ha semplificato la gestione scolastica e reso più immediato lo scambio di informazioni tra scuola e famiglie. Questa immediatezza è diventata però anche un problema, come emerge dalla decisione della scuola di Canicattì.
Avere una app sempre aggiornata fa infatti sentire i genitori ancora più coinvolti. Alcuni docenti raccontano che con qualche famiglia basta inserire un voto non eccellente per ricevere subito un messaggio con una richiesta di colloquio. «A volte non è nemmeno l’insufficienza a scatenare la reazione», dice Silvia Bisagna, delegata per la scuola dell’Unione sindacale di base, «ma il semplice fatto che il voto non sia altissimo. Ci sono genitori che contestano ogni voto», dice Bisagna. «È una pressione continua, che rischia di compromettere il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia».
L’ossessione per i voti ha effetti anche sui dirigenti scolastici, che ricevono spesso mail e telefonate di protesta. In casi estremi, la tensione è sfociata in episodi di aggressività verbale o fisica nei confronti dei docenti, come segnalano varie scuole.
In altri casi, raccontano alcuni docenti, il problema è che i registri elettronici calcolano e mostrano, oltre alle medie per materia, anche la media di tutte le materie insieme. Nel totale, capita quindi che possa essere uguale o superiore a 6 anche se uno studente ha varie materie insufficienti, e che le famiglie vengano colte di sorpresa se alla fine dell’anno lo studente viene bocciato. In questi casi non sono rari i ricorsi contro le decisioni del consiglio di classe, spesso respinti dai tribunali. Alcune scuole hanno eliminato la visibilità della media generale per mitigare questo problema.
Il registro elettronico può rappresentare un problema anche per i genitori che hanno poca dimestichezza con la tecnologia, perché magari affidano le proprie credenziali ai figli che possono così giustificare autonomamente le proprie assenze anche se minorenni.
Per molti docenti il registro ha anche cambiato il rapporto degli studenti con la scuola. Sapendo che compiti e comunicazioni sono sempre disponibili online e consultabili dai genitori, molti non hanno il diario e non sviluppano l’abitudine a gestire da soli il proprio lavoro e le proprie responsabilità. «Quando insegnavo filosofia al liceo, smettevo di scrivere i compiti sul registro dalla terza: dicevo ai ragazzi di segnarli da soli. Le famiglie si arrabbiavano, pretendevano che anche a 17 anni fosse tutto registrato. È una fragilità enorme» dice Lucia Donat Cattin, dirigente scolastica di una scuola della provincia di Milano.
Anche alcuni genitori che hanno parlato con il Post raccontano di vivere il registro elettronico come un problema, più che come una comodità. Per qualcuno, il fatto che i risultati scolastici arrivino direttamente sulla piattaforma, invece che attraverso i figli, fa passare un’idea di sfiducia nei loro confronti: come se la scuola e la famiglia non si fidassero. E un altro effetto collaterale meno visibile, ma altrettanto importante per alcuni genitori, è che i ragazzi non devono più raccontare come vanno le cose a scuola, perché tutto è già stato comunicato prima ancora che tornino a casa.
Infine non è raro che le scuole italiane abbiano problemi di connessione: molti docenti raccontano che spesso si trovano a doversi collegare con i propri telefoni per poter aggiornare il registro.



