La grossa inchiesta in Sicilia in cui è coinvolto Totò Cuffaro

Per l'ex presidente della regione e per il deputato Saverio Romano sono stati chiesti gli arresti domiciliari

Saverio Romano e Salvatore Cuffaro durante la presentazione del libro di quest'ultimo a Roma, il 9 marzo 2016 (LaPresse/ Fabio Cimaglia)
Saverio Romano e Salvatore Cuffaro durante la presentazione del libro di quest'ultimo a Roma, il 9 marzo 2016 (LaPresse/ Fabio Cimaglia)
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Salvatore (detto Totò) Cuffaro, ex governatore della Sicilia, è l’indagato più noto e importante nell’inchiesta su presunti casi di corruzione e gare d’appalto irregolari nella sanità e in altri settori dell’amministrazione regionale conclusa martedì dalla procura di Palermo. In totale sono state indagate 18 persone tra cui imprenditori, dirigenti e impiegati pubblici. I pubblici ministeri hanno chiesto per loro gli arresti domiciliari con accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.

La tesi della procura è che Cuffaro fosse a capo di un sistema criminale che influenzava le attività politiche e amministrative affidando incarichi importanti a dirigenti e funzionari pubblici di sua fiducia. Per favorire persone a lui vicine, Cuffaro avrebbe condizionato appalti, gare, procedure amministrative e concorsi, anche approfittando di relazioni personali e professionali maturate nei precedenti decenni di carriera politica.

Cuffaro, infatti, è stato presidente della Sicilia tra il 2001 e il 2008, sostenuto da una maggioranza di centrodestra. Nel 2011 si dimise da parlamentare dopo essere stato condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per favoreggiamento nei confronti di persone appartenenti a Cosa Nostra, il nome con cui è conosciuta la mafia siciliana, e rivelazione di segreto d’ufficio. Fu scarcerato anticipatamente nel 2015 per buona condotta. Uscito dal carcere, disse di volersi dedicare al volontariato, ma poco dopo tornò in politica e nel 2020 fu eletto commissario regionale per la Democrazia Cristiana in Sicilia (DC). 

Oggi Cuffaro è il segretario nazionale della DC, ed è uno dei politici più influenti della Sicilia. Lo è diventato soprattutto grazie ai legami creati mentre era governatore, ma anche grazie ad alleanze più recenti, come quella tra la DC e Noi Moderati, di cui il deputato Francesco Saverio Romano è coordinatore. Anche Romano è indagato perché secondo i magistrati avrebbe condizionato l’assegnazione di un appalto. 

L’accusa sostiene che Cuffaro sia stato coinvolto in un presunto episodio di corruzione tra altri indagati: l’imprenditore Alessandro Vetro e Giovanni Tomasino, il direttore generale del Consorzio di bonifica della Sicilia Occidentale (un ente pubblico che si occupa della gestione dell’acqua e delle relative infrastrutture in parte dell’isola). In particolare, Vetro avrebbe pagato Tomasino per aggiudicarsi alcuni appalti che l’ente stava per bandire, e Cuffaro avrebbe fatto da mediatore in questo accordo insieme a un altro indagato, Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia Cristiana nell’Assemblea regionale siciliana (l’organo legislativo della Sicilia, una sorta di parlamento regionale). 

Le indagini hanno riguardato anche una gara dell’azienda sanitaria di Siracusa. Secondo i magistrati, il direttore generale Alessandro Maria Caltagirone, in stretti rapporti con Cuffaro, avrebbe fatto vincere la gara alla Dussmann Service Srl, un’azienda che fornisce servizi di sanificazione, ristorazione e manutenzione. In cambio la Dussmann Service avrebbe promosso due dipendenti segnalati da Cuffaro e avrebbe concesso subappalti ad altre aziende da lui indicate.

Tra i mediatori di questo accordo, tutti indagati, ci sono funzionari pubblici e dirigenti: oltre a Caltagirone, sono l’ex parlamentare calabrese Ferdinando Aiello, l’ex consigliere di circoscrizione di Palermo Antonio Abbonato e Saverio Romano, che avrebbero trattato con Mauro Marchese e Marco Dammone, rispettivamente rappresentante legale e funzionario commerciale della Dussmann Service. Sono indagati anche i componenti della commissione aggiudicatrice dell’appalto (Vito Fazzino, Paolo Emilio Russo e Paolo Bordonaro) e Giuseppa Di Mauro, la pubblico ufficiale che, tra le altre cose, avrebbe dovuto assicurare la correttezza nelle procedure della gara d’appalto.

I pm hanno individuato altri presunti illeciti in un concorso pubblico per l’assunzione di 15 operatori sociosanitari nell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello di Palermo. Sono indagati il direttore generale dell’azienda, Roberto Colletti, e Antonio Iacono, direttore del centro traumatologico (un reparto specializzato nella cura di pazienti con lesioni gravi) della stessa azienda e presidente della commissione d’esame.

I due avrebbero accettato favori e incarichi da Cuffaro e dal suo storico segretario, Vito Raso (ora collaboratore dell’assessora regionale alla Famiglia, Nuccia Albano): in particolare Colletti sarebbe stato riconfermato direttore generale dell’azienda ospedaliera, e a Iacono sarebbe stato promesso il ruolo di direttore del reparto di anestesia e rianimazione. In cambio, avrebbero consegnato a Raso le tracce dell’esame, che sarebbero servite a facilitare alcuni candidati vicini a Cuffaro.

Nei prossimi giorni gli indagati saranno sentiti in un interrogatorio preventivo davanti alla giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro, che deciderà se convalidare le richieste di arresto. Cuffaro e Romano saranno interrogati il 14 novembre. Nel caso di Romano, che è parlamentare, prima di applicare l’eventuale misura cautelare sarà necessario chiedere l’autorizzazione a procedere alla Camera. 

Avvisato delle nuove indagini a suo carico, Cuffaro ha detto di essere sereno e di aver collaborato con gli investigatori. Anche Romano in un video sulla sua pagina Instagram si è detto tranquillo. Romano, che tra le altre cose è stato anche ex ministro dell’Agricoltura durante il quarto governo di Silvio Berlusconi, è stato indagato per diversi reati nel corso degli anni, tra cui concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, ma i procedimenti a suo carico si sono sempre conclusi con l’assoluzione o l’archiviazione.

Tra Cuffaro e Romano c’è un rapporto che dura da decenni: entrambi hanno iniziato la carriera politica nella Democrazia Cristiana (DC), prima che il partito si sciogliesse nel 1994. Tutti e due passarono poi all’Unione dei democratici cristiani e democratici di centro (UDC), partito nato, in parte, dalla disgregazione della DC. Hanno poi seguito percorsi politici diversi, ma sono sempre rimasti in buoni rapporti. Solo ultimamente le relazioni fra i due sembrano essersi affievolite: lo sostiene chi ha notato l’assenza di Cuffaro all’ultima festa nazionale di Noi Moderati, il partito di Romano, e l’assenza di Romano all’ultima festa della Democrazia Cristiana Sicilia.