La procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per Totò Cuffaro e per il deputato Saverio Romano

Salvatore Cuffaro esce dal carcere di Rebibbia, Roma, 13 dicembre 2015 (ANSA/Massimo Percossi)
Salvatore Cuffaro esce dal carcere di Rebibbia, Roma, 13 dicembre 2015 (ANSA/Massimo Percossi)

La procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per Salvatore (detto Totò) Cuffaro, ex presidente della regione Sicilia e segretario nazionale della Democrazia Cristiana Sicilia, e il deputato di Noi Moderati Saverio Romano, in un’inchiesta su presunte irregolarità in alcuni appalti nella sanità siciliana.

Oltre che per Cuffaro e Romano la procura ha chiesto gli arresti domiciliari per altre 16 persone. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Secondo chi indaga Cuffaro avrebbe approfittato dell’influenza ottenuta in molti anni di carriera politica per condizionare concorsi e gare d’appalto e favorire imprenditori amici.

Gli indagati saranno ora interrogati dal giudice per le indagini preliminari, che deciderà se accogliere la richiesta di misure cautelari per Cuffaro e per gli altri. Nel caso di Romano, che è un parlamentare, il gip dovrà prima chiedere alla Camera l’autorizzazione a procedere. La procura ha disposto anche la perquisizione degli uffici e delle case di Cuffaro e Romano.

Cuffaro è da anni uno dei leader politici più influenti in Sicilia, di cui è stato presidente di regione fra il 2001 e il 2008, sostenuto da una maggioranza di centrodestra. Nel 2011 Cuffaro era stato condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per favoreggiamento nei confronti di persone appartenenti alla mafia e rivelazione di segreto d’ufficio. Romano, invece, è stato indagato per diversi reati nel corso degli anni, tra cui concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, ma i procedimenti si sono conclusi sempre con l’assoluzione o l’archiviazione.