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  • Martedì 4 novembre 2025

Che lavori stavano facendo alla Torre dei Conti

L'edificio è abbandonato da quasi vent'anni e doveva essere restaurato: non si sa ora cosa ne sarà dei molti interventi previsti

La Torre dei Conti a Roma dopo il crollo parziale, 3 novembre 2025 (AP Photo/Andrew Medichini)
La Torre dei Conti a Roma dopo il crollo parziale, 3 novembre 2025 (AP Photo/Andrew Medichini)
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Lunedì mattina al momento del crollo c’erano nove operai dentro la Torre dei Conti, un edificio medievale che affaccia su largo Corrado Ricci, vicino a via dei Fori Imperiali, a Roma. Uno di loro, un uomo di 66 anni, è rimasto intrappolato tra le macerie per ore e poi è morto in ospedale. Gli operai stavano lavorando a un grosso intervento per restaurare la torre, che è abbandonata da quasi vent’anni, per renderla visitabile e trasformarla in un museo con un’aula studio e una sala conferenze entro giugno del 2026.

È un progetto quindi corposo, finanziato con 6,9 milioni di euro del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Giovanni Caudo, il presidente della commissione speciale PNRR del comune di Roma, ha spiegato che è «il secondo progetto più importante in termini di costi dopo quello del Museo della Civiltà Romana», che si trova all’EUR. È difficile dire ora se e quando i lavori riprenderanno dopo i crolli di lunedì, che hanno sostanzialmente distrutto una facciata della torre e buona parte dei solai interni.

Il prefetto di Roma Lamberto Giannini ha detto che il rischio di ulteriori crolli è molto elevato. Sono in corso i rilievi tecnici dei consulenti della procura di Roma, che ha aperto un’indagine per disastro e omicidio colposo.

La porzione crollata della Torre dei Conti il 3 novembre 2025 (ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

La Torre dei Conti fu costruita nel IX secolo in un’area di edifici pubblici e religiosi ed è oggi alta poco meno di 30 metri. La struttura rimasta costituisce in realtà solo il basamento dell’antica torre, che era alta circa 50 metri: ebbe dei crolli in seguito ad alcune scosse di terremoto, nel XIV e nel XVII secolo. In seguito venne abbandonata e usata perlopiù come deposito o fienile, mentre nel periodo fascista Benito Mussolini la donò alla Federazione Nazionale Arditi d’Italia (gli Arditi erano un reparto di forze speciali dell’esercito), che nel 1938 ne adibì una parte a mausoleo del generale Alessandro Parisi, ancora seppellito lì.

Nei decenni successivi dentro la torre vennero ricavati alcuni spazi residenziali, che poi furono in parte trasformati in uffici comunali. Nel 2006 venne abbandonata e da allora non venne più fatta manutenzione. Il comune stesso aveva certificato che l’edificio era molto fatiscente, e che alcune porzioni interne dell’edificio erano crollate.

Gli obiettivi dell’intervento erano quindi rimettere in sesto l’edificio e, tra le altre cose, allestire al suo interno un museo dedicato ai Fori Imperiali. Era prevista anche la creazione di un percorso di visita della torre comprensivo della sua parte ipogea, cioè sotterranea, e un centro servizi per tutta l’area archeologica circostante. Il referente del progetto è la Sovrintendenza Capitolina, l’ufficio comunale che si occupa della tutela dei luoghi di interesse archeologico e artistico. I lavori erano stati affidati a due ditte romane, Edilerica e Picalarga, entrambe fondate più di cent’anni fa e con una lunga esperienza di restauri di edifici e monumenti storici della città, tra cui Castel Sant’Angelo, Palazzo Madama e la Biblioteca Vaticana.

La Torre dei Conti nel 2023, prima del crollo (By IlMarcheseDelGrillo – Own work, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

La prima fase dei lavori era iniziata lo scorso giugno: erano state fatte indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare la staticità della torre, con un costo di 400mila euro. Al termine di questi rilievi, la Sovrintendenza aveva detto che c’erano «le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai».

Ma in un’intervista al Corriere della Sera l’archeologo Andrea Carandini ha fatto varie critiche al cantiere. Ha detto che con le tecnologie attuali è «impensabile» che avvenga «un crollo paragonabile a quello causato da un terremoto», e che a suo parere sono «evidenti i segni di una incompetenza tecnica». Secondo Carandini sulla torre «occorreva procedere con interventi minimi» vista la fragilità della struttura. Anche l’ex sovrintendente ai beni archeologici di Roma, Adriano La Regina, ha detto a Repubblica che c’è stata una «mancanza di attenzione» su un edificio di questo tipo, in pieno centro città. La Regina ha insistito sul fatto che serva una cura costante per strutture così antiche, con investimenti prolungati nel tempo e non circoscritti e puntuali, come quelli del PNRR.

Al momento buona parte dell’area intorno alla Torre dei Conti è coinvolta in progetti di riqualificazione finanziati dal PNRR. Molti interventi fanno parte del programma “Caput Mundi”, finanziato con 500 milioni di euro e che serve a recuperare e valorizzare il patrimonio culturale di Roma e del Lazio in occasione del Giubileo. Nell’area è per esempio in corso un grosso intervento di riqualificazione di via Fori Imperiali, e anche a largo Corrado Ricci c’è un progetto di pedonalizzazione e nuovi scavi archeologici. Inoltre la torre si trova a circa quattrocento metri dalla fermata Colosseo-Fori Imperiali della metropolitana C, che dovrebbe essere inaugurata a dicembre, e a meno di un chilometro da piazza Venezia, dove pure è aperto un cantiere per la costruzione di una fermata della metro C.