La Corte costituzionale ha annullato alcune limitazioni introdotte dal governo sui servizi di noleggio auto con conducente

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Martedì la Corte costituzionale ha annullato alcune parti di un decreto ministeriale che nel 2024 aveva introdotto alcune limitazioni alle aziende di noleggio auto con conducente (NCC).

Secondo la Corte non spetta allo Stato centrale imporre obblighi e divieti all’attività degli NCC, che è invece di competenza regionale (la Corte ha equiparato quest’attività al trasporto pubblico locale, che è appunto di competenza regionale). Secondo la Corte, inoltre, il decreto ha adottato «mezzi sproporzionati» per assicurare la concorrenza nel settore, di fatto favorendo i tassisti (una categoria molto vicina alla maggioranza di destra).

La disputa tra taxi e NCC va avanti da tempo. La Corte ha annullato tre misure nello specifico: il vincolo temporale di almeno 20 minuti tra la prenotazione del servizio NCC e il suo inizio; il divieto per gli NCC di stipulare contratti con soggetti intermediari, cioè per esempio app che mettono in contatto autisti e clienti; l’obbligo per le aziende NCC di utilizzare esclusivamente l’app ministeriale per compilare il foglio di servizio elettronico, cioè il documento con cui il conducente indica le informazioni essenziali sulla sua prestazione.

Il ricorso contro il decreto era stato presentato dalla regione Calabria: accogliendolo, la Corte ha annullato alcuni articoli del decreto e due circolari ministeriali attuative approvate dal ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini.