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  • Domenica 2 novembre 2025

Cosa vuol dire essere “Socialista Democratico” negli Stati Uniti

Come il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani: è ancora insolito e radicale, per ragioni storiche e culturali

Da sinistra a destra, Alexandria Ocasio-Cortez, Zohran Mamdani e Bernie Sanders a un evento elettorale a New York, il 26 ottobre (foto tratta dalla pagina Facebook di Bernie Sanders)
Da sinistra a destra, Alexandria Ocasio-Cortez, Zohran Mamdani e Bernie Sanders a un evento elettorale a New York, il 26 ottobre (foto tratta dalla pagina Facebook di Bernie Sanders)
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Il 4 novembre a New York si voterà per eleggere il nuovo sindaco. Secondo i sondaggi il candidato favorito è Zohran Mamdani, che è il candidato del Partito Democratico e ha diverse caratteristiche notevoli: è giovane (ha 34 anni) ed è musulmano. Oltre a questo, per gli standard americani, è notevole anche per un’altra cosa: si definisce un «Socialista Democratico».

Per chi vive in Europa non c’è niente di troppo strano in questa espressione, ma rivendicare di essere socialista è una cosa parecchio insolita per un politico statunitense: il socialismo è un’ideologia che è sempre stata vista con molto sospetto, o con aperta ostilità.

Un po’ dipende dalla cultura e dall’identità degli Stati Uniti, un paese i cui valori fondativi si sono sempre basati sulla libertà personale e sull’iniziativa privata. Un po’ dipende anche dalla storia: negli Stati Uniti movimenti e sindacati socialisti nel Novecento sono stati repressi; per decenni poi durante la cosiddetta Guerra Fredda il principale avversario degli Stati Uniti fu l’Unione Sovietica, il più grande e importante paese socialista della storia.

Una caricatura antisocialista statunitense di inizio Novecento

Una caricatura antisocialista statunitense di inizio Novecento, che mostra lo Zio Sam (un popolarissimo personaggio dell’iconografia statunitense) armato davanti a un cartello con la scritta: «Questo paese nuoce alla salute di ogni tipo di bolscevico, rosso, agitatore o sabotatore del nostro lavoro e dei nostri affari!». (Wikimedia Commons)

Da alcuni anni però non è più così insolito che importanti politici progressisti, indipendenti o dell’ala più a sinistra del Partito Democratico, si definiscano «Socialisti Democratici». Tra questi ci sono alcune deputate del Partito Democratico, Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib. Greg Casar, deputato Democratico del Texas, ha anche fatto parte in passato della più importante organizzazione politica socialista statunitense, i Socialisti Democratici d’America (DSA). La DSA è un’organizzazione che ha anche proposte radicali, come la riduzione dei fondi per la polizia, che non vengono riprese da politici di rilievo nazionale.

Probabilmente il più famoso politico statunitense che da anni dice di essere un Socialista Democratico è Bernie Sanders, un senatore del Vermont vicino al Partito Democratico, anche se formalmente è indipendente. Sanders ha spiegato che la sua idea di Socialismo Democratico non vuole l’abolizione del capitalismo, ma la redistribuzione della ricchezza per correggere le diseguaglianze che esistono negli Stati Uniti – un’idea condivisa da tutti i politici che si identificano come Socialisti Democratici.

Negli Stati Uniti posizioni di questo tipo sono controverse e radicali, e quindi capita che politici che si definiscono socialisti debbano comunque mettere in chiaro che non intendono rivoluzionare l’economia statunitense e abbandonare il modello capitalista.

Per esempio nel 2019 Ocasio-Cortez dovette chiarire in televisione che per lei «era possibile» essere una Socialista Democratica e allo stesso tempo difendere la libertà di impresa. Il conduttore scherzando si riferisce alla parola “socialismo” come «alla parola che inizia con la S», sottolineando come il concetto sia ancora molto controverso nella politica americana.

Mamdani è iscritto alla sezione newyorkese della DSA, ma ha moderato molto le sue posizioni. Ha spiegato che per lui essere socialista significa soprattutto cercare di redistribuire meglio la ricchezza tra le persone. Nel suo programma elettorale ci sono, in effetti, diverse misure per diminuire il costo della vita a New York: per esempio, ha proposto un blocco parziale dell’incremento del prezzo degli affitti, di rendere gratuiti gli autobus, aumentare il salario minimo, e creare supermercati controllati dal comune che vendano prodotti a prezzi più bassi. Tutte queste misure verrebbero finanziate con un aumento delle tasse sulle aziende e sugli abitanti più ricchi di New York.

Queste posizioni rimangono, comunque, marginali nel dibattito politico statunitense. Secondo diversi sondaggi per la maggioranza degli statunitensi il termine “socialismo” continua ad avere una connotazione negativa, legata a paesi poveri e autoritari. Molti politici Democratici sono restii ad appoggiare la candidatura di Mamdani, e i suoi avversari politici lo hanno presentato come un politico pericoloso ed estremista.