• Mondo
  • Mercoledì 29 ottobre 2025

L’uragano Melissa ha fatto grandi danni nei Caraibi, ma è difficile capire quanto grandi

Perché le comunicazioni dalle zone colpite sono state interrotte per ore: ad Haiti almeno 23 persone sono morte per un'esondazione

Una donna guarda fuori dalla sua casa dopo il passaggio dell'uragano, Alligator Pond, Giamaica, 29 ottobre
(REUTERS/Octavio Jones)
Una donna guarda fuori dalla sua casa dopo il passaggio dell'uragano, Alligator Pond, Giamaica, 29 ottobre (REUTERS/Octavio Jones)
Caricamento player

L’uragano Melissa ha colpito nelle scorse ore la Giamaica con grandi piogge e venti fino a 230 chilometri all’ora. Si è poi spostato verso la parte est di Cuba, dove è arrivato attorno alle 8 ora italiana (le 3 locali) vicino alla città di Santiago, la seconda più grande dell’isola dopo la capitale L’Avana. Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha detto che l’isola ha subito danni significativi. Anche in Giamaica l’uragano ha fatto grandi danni, ma non si riesce ancora a capire quanto grandi: il 77 per cento dell’isola è senza corrente e i venti hanno abbattuto molti tralicci per le comunicazioni, che quindi sono lente e difficili.

Ora l’uragano si è spostato verso le Bahamas, da cui circa 1.500 persone sono già state evacuate, in quella che il ministro per la Gestione dei rischi e delle catastrofi Leon Lundy ha definito «una delle operazioni di evacuazione più grandi e complesse della storia recente del paese». In serata ha colpito la punta meridionale di Long Island, a circa 265 chilometri a sud-est dalla capitale Nassau. Alla popolazione è stato chiesto di rimanere a casa o nei rifugi, poiché l’uragano porterà forti venti, forti piogge e una pericolosa mareggiata.

Per ora il numero di morti più alto è stato registrato ad Haiti, che è poco distante da Giamaica e Cuba ed è stata colpita dalle perturbazioni ai margini della tempesta (che ha un raggio di centinaia di chilometri). Qui le piogge hanno causato l’esondazione del fiume La Digue nella cittadina di Petit-Gôave: la Protezione civile ha detto che sono morte almeno 23 persone, di cui 10 bambini, e che i feriti sono 17 e i dispersi 13. L’uragano Melissa aveva già causato la morte di sette persone mentre si avvicinava alla Giamaica: tre sull’isola e altre quattro tra Haiti e la Repubblica Dominicana.

Il primo ministro giamaicano Andrew Holness ha detto alla BBC che i morti sono 4 e che ci sono stati danni consistenti a «ospedali, case private, strutture commerciali e rete stradale». Il governo si è appoggiato anche alle comunicazioni satellitari di Starlink (il sistema satellitare per internet creato da SpaceX, l’azienda di Elon Musk) per coordinare meglio i soccorsi. In almeno una provincia, quella di St. Elizabeth, ci sono state inondazioni, ma nell’interno ci sono molte strette valli montuose da cui non è ancora arrivata alcuna notizia: si temono frane e danni causati da fiumi e torrenti.

Circa 500mila persone, un sesto della popolazione, vivono in aree colpite dall’uragano, ma ieri solo 15mila avevano raggiunto i rifugi allestiti dalle autorità: sono molto meno di quelle a cui era stato consigliato di evacuare. Nella notte il primo ministro ha dichiarato l’intera isola una “zona disastrata”: significa che il governo avrà dei poteri speciali, che fra le altre cose hanno l’obiettivo di impedire le speculazioni sul prezzo dei beni di prima necessità. Il ministro per il Governo locale, Desmond McKenzie, ha detto che il governo non è ancora in grado di dare una stima sul numero di morti e che dalle province colpite non sono ancora arrivate informazioni.

– Leggi anche: Perché l’uragano Melissa è diventato così potente

La tempesta è passata sulla parte occidentale della Giamaica, che è più rurale: un ulteriore fattore che complica le comunicazioni. Qui si trova anche Montego Bay, uno dei luoghi più frequentati dai turisti, nel nord-ovest della Giamaica: in tutto ci sono anche 25mila visitatori stranieri bloccati sull’isola. Le Nazioni Unite e diversi paesi, fra cui Stati Uniti e Regno Unito, hanno detto che assisteranno la riparazione dei danni e i soccorsi in Giamaica finanziariamente o con l’invio di squadre operative. Il governo giamaicano ha creato un sito apposito in cui segnala i beni di prima necessità di cui ha bisogno e in cui è possibile segnalare problemi o incidenti e fare donazioni.

Alcune persone camminano sui detriti di un muro distrutto dal passaggio dell’uragano Melissa, Santiago, Cuba, 29 ottobre (REUTERS/Alexandre Meneghini)

Intanto a Cuba la città di Santiago è stata parzialmente allagata. In tutto circa 735mila persone hanno lasciato le proprie case e cercato rifugio, allontanandosi dalla costa, e sei delle province orientali del paese sono state messe in allerta. Come Haiti, anche Cuba è un paese in grave crisi economica, che ha capacità limitate di rispondere alle emergenze e aiutare la popolazione: si teme che in queste condizioni l’uragano possa fare enormi danni.

Quando era arrivato a terra in Giamaica, martedì, l’uragano era di categoria 5, la più alta e pericolosa sulla scala Saffir-Simpson, che classifica l’intensità degli uragani. Era la tempesta più intensa registrata quest’anno in tutto il mondo, e in Giamaica non c’era mai stato un uragano così forte da quando esistono le misurazioni, alla fine dell’Ottocento (ma per la sua posizione è raro che l’isola venga colpita direttamente da un uragano, come successo nel caso di Melissa). Quando poi è arrivato a Cuba l’uragano era classificato come di categoria 3, dopo che la sua categorizzazione era variata molto nelle ore precedenti. È stato riclassificato come di categoria 2: significa che i suoi venti sono meno intensi, ma può comunque causare molti danni e mettere a rischio la vita delle persone.