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  • Mercoledì 29 ottobre 2025

E i centri per i migranti in Albania?

Com’è la situazione a Gjader, dove le strutture costruite dal governo italiano sono ancora semivuote o inutilizzate

Il centro per migranti di Gjader in Albania, 10 aprile 2025 (Ansa/Domenico Palesse)
Il centro per migranti di Gjader in Albania, 10 aprile 2025 (Ansa/Domenico Palesse)
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Un anno dopo l’arrivo delle prime persone, il centro per migranti costruito dall’Italia a Gjader, in Albania, è ancora semivuoto. Al momento ci sono 25 persone: significa che la struttura, che dallo scorso marzo viene usata come centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) con una capienza di 144 posti, è praticamente vuota. Lo hanno raccontato i deputati del Partito Democratico Rachele Scarpa e Matteo Orfini, e Riccardo Magi di +Europa, che sono tornati a Gjader (in passato avevano già fatto altri sopralluoghi). Alla visita ha partecipato anche la giornalista di Repubblica Alessandra Ziniti.

Ziniti scrive che dentro il centro di Gjader ci sono più forze dell’ordine che migranti detenuti. Gli uomini detenuti vengono descritti come «imbambolati, alcuni in stato catatonico», per effetto di psicofarmaci. Un uomo originario dell’Algeria ha raccontato a Repubblica di essere stato soccorso in mare al largo della Sardegna, essere stato poi portato nel CPR di Macomer, in provincia di Nuoro, e poi trasferito a Gjader senza che nessuno gli spiegasse dove lo stavano portando. Un altro, proveniente dal Marocco, ha detto a Ziniti di aver provato a suicidarsi il primo giorno in cui è arrivato in Albania.

Rachele Scarpa ha detto che nel registro degli “eventi critici” del CPR ne sono elencati 95 dall’apertura del centro, quasi tutti atti di autolesionismo e uno sciopero della fame.

Non si sa esattamente quante persone siano state rimpatriate da quando il centro è diventato operativo dalla fine dell’anno scorso: i parlamentari stimano una quarantina in tutto, ma sostengono che, nonostante la richiesta, il governo non abbia fornito loro i numeri precisi. Da qualche tempo, inoltre, per trasferire le persone migranti a Gjader non vengono più usate le navi, visto che le persone sono poche e usare le navi costa molto, ma aerei della Guardia di Finanza. In un anno, ha detto sempre Magi, sono passate dal centro di Gjader poco più di 200 persone.

Il centro di Gjader e l’hotspot della vicina Shengjin erano stati fatti costruire dal governo di Giorgia Meloni per portarci i migranti soccorsi in mare. A Shengjin c’è solo un centro di prima identificazione dei migranti trasferiti che ora è inutilizzato. Il centro di Gjader nei progetti iniziali era diviso in tre parti: la più grande adibita a centro di trattenimento da 880 posti, poi quella adibita a CPR e un carcere (il centro di trattenimento e il carcere al momento sono vuoti).

I centri erano stati resi operativi a ottobre del 2024, ma da quel momento il governo aveva tentato per mesi di utilizzarli senza riuscirci, visto che i vari tribunali competenti non convalidavano i trattenimenti dei migranti, ritenendoli in contrasto con le norme europee. A fine marzo il governo aveva approvato un decreto in cui si stabiliva che il centro di Gjader potesse essere usato come un qualsiasi altro CPR italiano, rinunciando così a usare i centri in Albania per i migranti soccorsi in mare. A quel punto il governo ha potuto trasferire i primi 41 migranti che si trovavano già nei CPR italiani.

I CPR sono posti in cui vengono detenute le persone migranti che si trovano irregolarmente in Italia in attesa di essere espulse, e sono molto problematici per varie ragioni: al loro interno – e anche a Gjader – sono state documentate condizioni di detenzione pessime e degradanti, e poi si sono dimostrati inefficaci al loro scopo, cioè quello di rimpatriare le persone migranti irregolari.

– Leggi anche: Com’è la detenzione dei migranti nel CPR in Albania

Secondo un rapporto dell’organizzazione umanitaria ActionAid e dell’università di Bari, uscito a luglio, il CPR in Albania è quello costato di più tra i CPR italiani: il rapporto ha calcolato che per cinque giorni di attività nel 2024 sono stati spesi 570mila euro di soldi pubblici.