Un anno dopo le alluvioni a Valencia c’è più consapevolezza
Tra i vari cambiamenti introdotti dopo il disastro è stato migliorato il sistema dei messaggi di allerta, che vengono presi più seriamente un po’ da tutti

È passato un anno da quando la città di Valencia, sulla costa est della Spagna, venne colpita da alluvioni disastrose. Ci furono 229 morti, migliaia di sfollati e gravi danni a edifici e infrastrutture: fu uno dei disastri naturali peggiori della storia del paese. Al tempo si parlò molto (ma si continua a parlare, soprattutto sui giornali spagnoli) di ritardi, sottovalutazioni e altri problemi con i sistemi di prevenzione e di allerta, che non funzionarono come avrebbero dovuto esponendo le persone a rischi che avrebbero potuto essere evitabili. Dopo le alluvioni il governo ha adottato alcune misure per cercare di migliorare la risposta e gestire meglio le situazioni di crisi.
Innanzitutto è cambiato il modo in cui le diverse agenzie della protezione civile spagnola comunicano un’allerta. Durante le inondazioni di Valencia i messaggi vennero inviati troppo tardi, quando il livello dei fiumi era già cresciuto troppo e dopo che molte persone erano già morte. Negli ultimi mesi il governo della comunità autonoma di Valencia ha semplificato i protocolli per emanare un’allerta, in modo da anticipare l’emergenza e dare modo alle persone di mettersi al sicuro.
Sembra che stia funzionando: prima di una grossa tempesta a fine settembre la protezione civile di Valencia aveva diffuso l’allerta con 12 ore di anticipo. Il messaggio conteneva anche raccomandazioni chiare, come quella di non mettersi in viaggio e di cercare rifugio ai piani superiori degli edifici, evitando di rimanere al piano terra o negli scantinati, dove era morta la maggior parte delle persone a Valencia.
Un’altra misura è stata l’introduzione, a novembre del 2024, di permessi di lavoro climatici. Significa che è stato modificato lo Statuto dei Lavoratori per riconoscere un permesso retribuito di quattro giorni spendibile per evitare di andare al lavoro (e quindi mettersi in viaggio) in casi di allerta meteo. Durante le alluvioni dell’anno scorso molte persone avevano dovuto comunque spostarsi per raggiungere il proprio posto di lavoro, mettendosi in una situazione di rischio.

Guanti e altro materiale per le pulizie in una casa a Massanassa, vicino a Valencia, il 7 novembre 2024, dopo le alluvioni (AP/Emilio Morenatti)
Più in generale, è proprio la sensibilità delle istituzioni e delle persone a essere cambiata: molte prendono le raccomandazioni della protezione civile più seriamente di prima. Anche le aziende sono più attente, per esempio in alcuni casi scelgono di chiudere in caso di allerta meteo (per esempio, a Valencia durante l’allerta dello scorso settembre lo hanno fatto vari negozi e supermercati). Il governo spagnolo ha anche approvato un piano per insegnare nelle scuole come comportarsi durante un disastro naturale.
Rubén del Campo, il portavoce di AEMET, l’agenzia meteorologica spagnola, ha detto al quotidiano spagnolo El País che dopo le alluvioni di Valencia c’è maggiore consapevolezza sull’importanza e l’eccezionalità delle allerte meteo. Ha aggiunto però che fare durare questa consapevolezza nel tempo sarà più difficile.
Per questo motivo AEMET, tra le altre cose, ha scelto di iniziare a identificare con nomi di persona le tempeste più forti, un po’ come succede con gli uragani nel continente americano. Nelle intenzioni dell’agenzia questo dovrebbe fare in modo che il pubblico presti più attenzione ai fenomeni atmosferici fuori dall’ordinario e anche alle eventuali allerte. AEMET ha anche acquistato nuovi sistemi radar e nuovi satelliti per monitorare meglio i possibili eventi climatici estremi, anche se queste misure erano già previste e non erano legate alle alluvioni dell’anno scorso.
Il governo locale di Valencia ha anche fatto alcune modifiche infrastrutturali: per esempio ha sospeso i piani urbanistici in alcune zone considerate a rischio di inondazioni, e ha pianificato di realizzare delle aree verdi che possano essere inondate di proposito quando il livello dei fiumi cresce troppo, per far defluire l’acqua in eccesso. Queste però stanno procedendo in ritardo, tra le altre cose perché i lavori di ricostruzione delle infrastrutture danneggiate dopo le alluvioni del 2024 non sono ancora terminati.



