Ci si sono ristretti i microfoni

Quelli usati nei video pensati per i social sono sempre più piccoli, per diversi motivi

Jack Doohan al Gran Premio di Formula 1 a Gedda, Arabia Saudita (Kym Illman/Getty Images)
Jack Doohan al Gran Premio di Formula 1 a Gedda, Arabia Saudita (Kym Illman/Getty Images)
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Per chi passa del tempo su social media come Instagram e TikTok sarà una scena nota: una persona parla in camera o intervista qualcuno tenendo tra le mani, anzi tra le dita (a volte tra le unghie, se sono lunghe), un piccolo microfono senza fili. Può essere una versione minuscola di un normale microfono palmare, il cosiddetto “gelato”, oppure un microfono a clip, detto anche “lavalier”, che però non viene pinzato da nessuna parte ma tenuto vicino alla bocca. A volte è coperto da un cappuccio peloso, il cosiddetto “deadcat”, che si usa in caso di vento per ridurre il fruscio.

Questi piccoli microfoni si sono diffusi su TikTok e Instagram perché qui i video vengono spesso registrati e montati direttamente dallo smartphone, e usare piccoli accessori esterni con connessione Bluetooth permette di rimediare alla scarsa resa audio degli smartphone senza dover ricorrere a dispositivi più ingombranti. Oltre a essere utili però i minimicrofoni fanno anche una loro scena, e sono diventati un accessorio tipico dei video sui social in un modo simile a come i microfoni più grossi e con cavo lo sono per i podcast.

I microfoni lavalier sono da tempo utilizzati in televisione, e sono pensati per essere pinzati ai vestiti dei conduttori, e venire in qualche modo nascosti. I creator digitali preferiscono tenerli in mano e metterli in mostra, in parte perché è un modo per suggerire una certa spontaneità, come se il video fosse stato improvvisato sul momento e la cosa più semplice fosse tenere il microfono tra le mani, invece che pinzarlo ai vestiti.

Un esempio è SubwayTakes, un profilo statunitense attivo su YouTube, TikTok e Instagram, in cui il creator Kareem Rahma intervista passeggeri della metropolitana di New York usando un microfonino pinzato su una tessera del trasporto pubblico. Nel corso degli anni lo show è cresciuto attirando ospiti anche molto famosi, eppure il microfono attaccato alla tessera è rimasto, diventando una parte essenziale del format.

Tra i motivi per tenere i microfoni più vicini alla bocca anziché addosso c’è anche il fatto che colgono più sfumature della voce, riproducendo in parte l’effetto dei video cosiddetti ASMR, che funzionano molto bene sui social. In generale il fatto che siano così piccoli permette di creare effetti sonori molto piacevoli semplicemente avvicinandoli o allontanandoli da persone e oggetti.

Secondo il New York Times, una delle prime creator a rendere popolare l’uso dei minimicrofoni è stata la statunitense Christina Najjar, nota su TikTok come “Tinx”, durante la pandemia. Fin da subito la presenza di questi dispositivi nei suoi video ha contribuito al loro successo, tanto che nel 2021 Najjar scherzò sul fatto che il suo piccolo microfono fosse ormai più famoso di lei.

Da allora la domanda del mercato ha spinto sempre più aziende a produrre microfoni come questi, abbattendo di molto i prezzi (su siti come Temu o Amazon se ne trovano anche a pochi euro). Per questo si vedono nei video più vari: da quelli registrati in cameretta, alle interviste di strada di content creator da milioni di follower, ma anche nei video promozionali di aziende come Netflix.

La rivista statunitense Entertainment Weekly, ad esempio, li usa per le interviste dal tappeto rosso, così come l’influencer italiana Fabiola Baglieri, che ha recentemente intervistato per conto di Netflix il cast della serie Emily in Paris, proprio con dei minuscoli microfoni a gelato.

Irene Graziosi, vicedirettrice della rivista culturale Lucy, che ha una forte presenza sui social, utilizza spesso questi microfoni nei video che produce. Per lei questo tipo di dispositivo è il risultato di un compromesso tra prezzo, comodità e qualità di registrazione: «L’audio è buono, anche se non li userei per i video fatti in studio, nei quali usiamo microfoni e telecamere tradizionali. Ma se sto facendo riprese col telefono, allora anche l’audio può non essere a livello professionale.»

Il successo dei minimicrofoni a gelato è stato anche favorito dai meccanismi dei social media, in particolare la necessità di attirare l’attenzione dell’utente sin da subito. In questo senso i microfoni diventano un’occasione per suscitare curiosità col loro aspetto giocoso e la tenerezza che tipicamente ispirano le cose molto piccole.