È stato assolto un ex soldato britannico accusato dell’uccisione di due persone in Irlanda del Nord nel “Bloody Sunday”, nel 1972

Un corteo a sostegno delle vittime del "Bloody Sunday" del 1972 poco prima della sentenza del giudice, Belfast, Irlanda del Nord, 23 ottobre 2025 (AP Photo/Peter Morrison)
Un corteo a sostegno delle vittime del "Bloody Sunday" del 1972 poco prima della sentenza del giudice, Belfast, Irlanda del Nord, 23 ottobre 2025 (AP Photo/Peter Morrison)

Un tribunale di Belfast, in Irlanda del Nord, ha assolto un ex paracadutista dell’esercito britannico, noto solo come “Soldato F”, accusato di aver ucciso due civili e di aver provato a ucciderne altri cinque il 30 gennaio 1972, data diventata nota come “Bloody Sunday”, cioè “domenica di sangue”. In quel giorno l’esercito britannico sparò sulla folla durante una manifestazione nella città di Derry, in Irlanda del Nord, uccidendo 14 persone.

Il giudice Patrick Lynch ha spiegato la sentenza dicendo che le prove portate a sostegno dell’accusa non erano sufficienti per una condanna. “Soldato F” è il primo soldato a essere processato per la sparatoria: per gli altri non era stato possibile raccogliere prove sufficienti per avviare un processo. Per tutto il processo, durato cinque settimane, “Soldato F” è apparso in aula completamente protetto da una tenda nera, per preservarne l’anonimato.

Il “Bloody Sunday” è uno degli eventi più gravi nella storia dei “Troubles”, il conflitto in Irlanda del Nord fra chi voleva che il territorio si unisse alla Repubblica d’Irlanda (chiamati repubblicani) e chi voleva che rimanesse nel Regno Unito (detti unionisti), e i gruppi paramilitari affiliati ai due schieramenti. Per circa trent’anni, tra la fine degli anni Sessanta e quella dei Novanta, da entrambe le parti ci furono numerosi episodi di violenza e attentati, ma anche manifestazioni pacifiche, spesso represse con grande durezza dalle autorità britanniche e nordirlandesi.

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