A Roma Gualtieri vuole meno cartelloni pubblicitari, ma più grandi e luminosi
I municipi del centro storico però sostengono che sia pericoloso per gli automobilisti: se ne sta discutendo

Lo scorso 31 luglio la giunta comunale di Roma, guidata dal sindaco Roberto Gualtieri, ha approvato un nuovo regolamento sulle “affissioni pubbliche e pubblicitarie”, cioè sull’esposizione in città di avvisi del comune e di pubblicità commerciali. Il regolamento è chiamato Testo unico della pubblicità e, semplificando un po’, spiega come possono essere fatte le affissioni (per esempio insegne, cartelloni, proiezioni o schermi luminosi), cosa possono pubblicizzare, quanto possono essere grandi e in quali zone della città sono ammesse. Stabilisce inoltre come persone e aziende possono ottenere la concessione di spazi in cui esporre le proprie pubblicità e per quanto tempo.
La giunta sostiene che il nuovo regolamento permetterà di realizzare due obiettivi: limitare quello che definisce «l’impatto visivo» delle pubblicità, rendendole meno invasive e fastidiose, e mettere ordine in un insieme molto caotico di leggi già esistenti. I due obiettivi sono collegati: l’aumento delle pubblicità negli ultimi anni è dovuto almeno in parte alla mancata applicazione di un precedente piano di riforma, che era stato elaborato nel 2014. Il piano prevedeva di ridurre lo spazio complessivo occupato dalle pubblicità a Roma e di indire nuovi bandi pubblici per riassegnare i singoli spazi pubblicitari: nessuna delle due misure è però entrata in vigore. A causa delle regole poco chiare sono anche aumentati i cartelloni posizionati senza autorizzazione: solo nel 2023 ne sono stati rimossi oltre 300 di grandi dimensioni, equivalenti alla facciata di un edificio (6×3 metri), con costi elevati per il comune.
Il nuovo regolamento riformerà quindi il sistema delle concessioni, che sono in gran parte controllate dalle stesse aziende di dieci anni fa, e ridurrà la superficie complessiva (calcolata in metri quadrati) che può essere usata in tutta Roma per esporre le pubblicità. Contiene inoltre varie misure che, secondo la giunta, hanno l’obiettivo di rendere le pubblicità più ordinate: quelle più piccole, che punteggiano soprattutto il centro storico, verranno sostituite con pubblicità più grandi ma meno numerose, e ai cartelloni si dovranno preferire gli schermi a LED. Gli schermi sono considerati dalla giunta più sostenibili sul piano ambientale, perché al contrario dei cartelloni non richiedono lo smaltimento di carta e plastica, e più eleganti da un punto di vista estetico.
Per entrare in vigore, il nuovo regolamento dovrà essere approvato dall’assemblea comunale: non è però stata fissata una data e intanto sono arrivate molte critiche dai municipi I e II, che comprendono il centro storico di Roma e sono quindi tra i più coinvolti dalle nuove misure. Questi municipi non contestano la necessità di riordinare la normativa e riattivare i bandi pubblici, ma sostengono che le misure proposte dalla giunta finiranno per aumentare l’impatto visivo e ambientale delle pubblicità, anziché ridurlo. Hanno quindi approvato il nuovo regolamento, chiedendo però di modificarlo in vari punti.
Tra gli aspetti che criticano di più c’è proprio la promozione degli schermi a LED e in generale luminosi. I municipi I e II e l’associazione Italia Nostra, che si occupa di tutela del patrimonio storico e artistico, vorrebbero limitarli: dicono infatti che rovinano il paesaggio e il centro storico, che è tutelato dall’UNESCO, ma anche che consumano molta energia, contribuiscono all’inquinamento luminoso e aumentano il rischio di incidenti stradali. Le luci intense e i messaggi pubblicitari che si susseguono a velocità elevate potrebbero infatti abbagliare o distrarre le persone alla guida. Entrambi i municipi chiedono inoltre che venga aumentato l’intervallo di tempo che intercorre tra un annuncio pubblicitario e l’altro: dai 10 secondi previsti dal nuovo regolamento ad almeno 20 o 50 secondi (i due municipi chiedono due misure diverse).
Per lo stesso motivo il municipio I si è opposto anche alla reintroduzione di pubblicità di grandi dimensioni, cioè di 4×3 metri e 6×3 metri, che in passato erano state vietate. Anche se questa misura non riguarderà il centro storico, il municipio la considera addirittura retrograda e sostiene che avrà un impatto visivo e ambientale ancora più grave quando i cartelloni saranno sostituiti con maxi schermi luminosi.
Infine, secondo il municipio I il nuovo regolamento non ridurrà davvero la superficie massima utilizzabile in città per le pubblicità e gli annunci di ogni tipo. Mentre la giunta dice che verrà ridotta di circa 30mila metri quadrati (dai precedenti 110mila a 82.500 metri quadrati), il municipio I sostiene che la superficie utilizzabile aumenterà sia nella città nel suo complesso sia nel municipio I nello specifico, danneggiando soprattutto il sito UNESCO. Questa apparente contraddizione si spiega con il fatto che il municipio basa il suo calcolo sui limiti stabiliti dal piano del 2014, rispetto ai quali il nuovo regolamento sarebbe peggiorativo: il piano però – come detto – non è mai stato attuato. La giunta fa invece riferimento allo spazio effettivamente occupato dalle pubblicità.



