Trump ha sospeso gli aiuti alla Colombia, dopo che il presidente colombiano ha detto che gli attacchi statunitensi nei Caraibi sono omicidi

Il presidente colombiano Gustavo Petro ha definito come «omicidi» gli attacchi statunitensi contro le barche sospettate di trasportare stupefacenti illegali nel mar dei Caraibi: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reagito annunciando la sospensione di ogni pagamento di aiuti alla Colombia e minacciando l’imposizione di dazi. Petro e Trump avevano già dimostrato di avere una relazione piuttosto ostile, nonostante la Colombia sia da decenni uno dei principali alleati degli Stati Uniti in America Latina. A partire dagli anni Novanta ha ricevuto miliardi di dollari di aiuti statunitensi per contrastare il narcotraffico, e quest’anno avrebbe dovuto riceverne circa 400 milioni.
La Colombia è di gran lunga il paese in cui viene prodotta la maggiore quantità di cocaina al mondo: molta di più di quanto ne venga prodotta in Venezuela, il paese che Trump ha messo al centro della sua aggressiva e spregiudicata campagna di contrasto al narcotraffico. Questa campagna include anche gli attacchi contro le barche nel mar dei Caraibi, che l’amministrazione statunitense sostiene (senza finora portare prove solide) trasportino droghe illegali. Il presidente colombiano Petro ha detto che in uno di questi attacchi, il 16 settembre, è stato ucciso anche un pescatore colombiano che non aveva alcun legame con il narcotraffico, e che era rimasto alla deriva sulla sua barca in acque territoriali colombiane.
In risposta all’annuncio di Trump, lunedì il governo della Colombia ha richiamato il suo ambasciatore negli Stati Uniti, Daniel García Peña. È una decisione che segnala una situazione di tensione tra due paesi e in questo caso è un ulteriore sintomo del peggioramento dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Colombia.
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