Rodrigo Paz ha vinto le presidenziali in Bolivia
Sarà il primo presidente dopo quasi vent'anni a non far parte del partito di sinistra di Evo Morales

In Bolivia il senatore di centrodestra Rodrigo Paz Pereira è stato eletto presidente. Al secondo turno delle elezioni di domenica 19 ottobre ha ottenuto il 54,5 per cento dei voti contro Jorge Quiroga, un politico di destra che fu già presidente tra il 2001 e il 2002. Rodrigo Paz è un economista di 58 anni, ed è senatore dal 2020: in precedenza era stato anche consigliere comunale, deputato e sindaco. La Bolivia è una repubblica presidenziale, in cui il presidente è il capo del governo: è la prima volta dopo vent’anni che ne avrà uno di destra.
Dal 2006 infatti era governata dal partito di sinistra Movimiento al Socialismo (Mas) il cui leader, Evo Morales, che era stato presidente fino al 2019, non si è potuto ricandidare perché aveva raggiunto il limite dei mandati. Paz era il candidato del Partito Democratico Cristiano (PDC), e secondo le prime analisi è riuscito a intercettare consensi sia tra i sostenitori delusi di Mas sia nell’elettorato conservatore.
È figlio di una famiglia molto importante per la politica boliviana: il padre Jaime Paz Zamora è stato infatti presidente tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Paz è nato in Spagna, durante l’esilio politico dei genitori dovuto alla dittatura militare di Hugo Bánzer Suárez, è tornato in Bolivia quando aveva 15 anni e ha studiato negli Stati Uniti. Al primo turno aveva ottenuto il 32 per cento dei voti, un risultato assolutamente inatteso dai sondaggi.
Dopo la vittoria ha diffuso un breve messaggio in cui ha detto che «va difesa la democrazia», che «i boliviani non possono più vivere nell’odio e nella divisione» e che il suo paese si deve «aprire al mondo e ritrovare un ruolo sulla scena internazionale». Ha riassunto la sua visione della Bolivia con la formula «Dio, patria e famiglia».
Paz ha fatto campagna elettorale insieme a Edman Lara Montaño: un ex poliziotto, anche noto come capitán Lara (“capitano Lara”), che è diventato popolare sui social network per le sue denunce dei casi di corruzione nella polizia, un’istituzione screditata in Bolivia. Paz lo ha indicato come suo vicepresidente: la visibilità di Lara ha aiutato Paz anche a presentarsi come esterno ai partiti istituzionali. Dopo i risultati Lara ha detto: «È tempo di fratellanza e riconciliazione; siamo tutti boliviani. Ho sempre creduto in Dio; ho lasciato tutto alla sua volontà».
La Bolivia è uno dei paesi più poveri del Sudamerica. Rodrigo Paz è un politico moderato e dovrà ora affrontare la peggiore crisi economica degli ultimi decenni, dovuta principalmente al fatto che la Bolivia non riesce più a esportare il suo gas naturale come in passato. Vendere il gas era essenziale per ottenere dei dollari, che poi venivano usati per comprare beni di consumo dall’estero e in particolare il carburante, che adesso scarseggia: per i boliviani è diventato comune fare lunghe code per procurarsi la benzina, e pagarla a prezzi altissimi. Entrambi i candidati avevano sostenuto proposte simili, in campagna elettorale, basate su una forte riduzione della spesa pubblica, in particolare dei sussidi sui carburante, e su una maggiore apertura al settore privato.
Mentre Quiroga aveva proposto di chiedere un prestito al Fondo Monetario Internazionale, cosa che di solito implica grandi programmi di riforme e privatizzazioni, Rodrigo Paz si è detto convinto di poter trovare i dollari che servono aumentando la fiducia dei boliviani nelle istituzioni e legalizzando l’economia sommersa: il suo ragionamento è che tanti abbiano tenuto da parte molti dollari, che rispetto alla valuta nazionale hanno resistito di più all’inflazione. Sostiene che recuperando la fiducia nelle istituzioni, ed eliminando la corruzione, la gente comincerà a spenderli e la situazione migliorerà. In campagna elettorale Paz si è presentato con un programma che ha chiamato “capitalismo per tutti”: prevede crediti accessibili e agevolazioni fiscali per promuovere l’economia formale e facilitare le importazioni di beni che la Bolivia non produce.
I problemi economici sono stati una delle ragioni per cui il Movimento al Socialismo (Mas, di sinistra), che governa dal 2006, è andato molto male al primo turno. Un’altra ragione è stato lo scontro tra l’ex presidente Evo Morales e il presidente uscente Luis Arce.



